“Gli ospedali di Gaza stanno raggiungendo il punto di non ritorno perché le scorte di carburante si stanno pericolosamente esaurendo, mettendo a grave rischio la vita dei neonati nelle incubatrici. Mercoledì sera, il generatore principale dell’Indonesian Hospital – uno dei principali ospedali nel Nord della Striscia – è andato fuori servizio. Il personale è ora costretto a fare affidamento su un generatore secondario, che può servire solo alcune parti dell’ospedale, mentre continua a ricevere un afflusso di pazienti dal vicino campo profughi di Jabalia, che è stato bombardato martedì e mercoledì, con almeno 195 persone rimaste uccise”. È il drammatico appello lanciato da Bisan, attivista di ActionAid a Gaza, dall’ospedale Al-Shifa, la più grande struttura medica di Gaza.

“Il reparto incubatrici, come tutti i reparti dell’ospedale di Al-Shifa e anche di altri ospedali – avverte – rischia di non funzionare più perché non c’è carburante nella Striscia di Gaza, non c’è carburante che entri nella Striscia di Gaza o che vada agli ospedali. Quindi più di 45 incubatrici solo nell’ospedale di Al-Shifa potrebbero fermarsi. E questi neonati potrebbero morire. Perché hanno bisogno di cure speciali”.

Oltre a curare i feriti, gli ospedali nel Nord di Gaza fungono da luoghi di accoglienza per circa 117mila persone sfollate dalle loro case dall’inizio della guerra. Ma senza cibo e acqua, combustibile per cucinare, vestiti o prodotti per l’igiene, le condizioni stanno diventando insostenibili. Con una quantità estremamente limitata di aiuti che entrano a Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah, e senza la possibilità di trasportarli a Nord a causa della mancanza di carburante e delle strade danneggiate, ci sono poche speranze di sollievo per le persone a Gaza. Le aree circostanti gli ospedali continuano a essere colpite dai bombardamenti, ostacolando gravemente la capacità delle strutture mediche di continuare a funzionare. Almeno 73 operatori sanitari sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre. Poiché il numero di pazienti che necessitano di cure urgenti continua ad aumentare, il ministero della Salute palestinese ha lanciato un appello disperato, esortando tutti i medici e gli infermieri in pensione o gli studenti di medicina ad aiutare.

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