“C’è la ‘gourmanderie’ ideologica dove, fumante di collera, Zerocalcare neppure si rende conto di somigliare ad Hamas e gli pare una gran figata buttare i suoi razzi di fumo-fumetti su Israele, così si decora la coscienza e si sente come le Pantere nere alle Olimpiadi del 1968″. Questa mattina la Repubblica è entrata nel dibattito sulle defezioni, più o meno illustri, al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata di Tel Aviv. E lo ha fatto con una delle sue firme – di punta – più riconoscibili: Francesco Merlo. Che oltre ad aver – legittimamente – scritto le sue ragioni secondo le quali “i disertori del Lucca Comics” avrebbero “sbagliato a ritirare la propria adesione”, ha dato – meno legittimamente – a Zerocalcare, Michele Rech, del filo-Hamas. Cioè, del filo-terrorista.

L’articolo, che apre le pagine della Cultura del quotidiano romano, non è piaciuto a diversi giornalisti. Su X (l’ex Twitter) molte firme, tra cui due componenti del comitato di redazione, hanno preso le distanze dall’articolo di Merlo (e, dunque, dalla linea del direttore Maurizio Molinari): “Lavoro a Repubblica dal 2012 e voglio bene al giornale – scrive Matteo Pucciarelli – proprio per questo sento l’esigenza, a titolo personale, di prendere pubblicamente le distanze da argomentazioni che offendono Zerocalcare e non solo, deformandone e irridendone idee e valori”. Parla di “editoriale in cui non mi riconosco” Zita Dazzi, del cdr, che rilancia un post di Paolo Repetti (direttore di Einaudi stile libero): “Non si può dargli (a Zerocalcare, ndr) del pro-Hamas o dello jihadista. Parlano i suoi libri sul massacro dei curdi, o le sue prese di posizione contro l’Isis. Chi lo ha accusato è un fanatico in mala fede”. C’è anche Concita De Gregorio, che ha pubblicato un suo editoriale del 29 ottobre in cui, delle dichiarazioni di Zerocalcare, diceva di non trovare “nessun riferimento ad Hamas e nessuna ambiguità o indulgenza verso i terroristi”. Infine lo storico d’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, che scrive per il Venerdì: “Sento anche io il dovere di esecrare pubblicamente la violenza verbale e morale dell’articolo di Merlo contro Zerocalcare e non solo. Di tutto abbiamo bisogno ora tranne che di questa gratuita violenza”. Montanari, peraltro, è stato bloccato proprio su X da Merlo.

Altre colleghe, pur non di Repubblica, si sono schierate: Marianna Aprile (“l’accostamento di Zerocalcare ad Hamas ha l’unico pregio di mostrare con chiarezza, a tutti, a quale livello sia arrivato il’“dibattito’ su quanto accade in Medio Oriente. Ma come se fa) e Sara Menafra (“non è facile prendere posizione pubblicamente contro il proprio giornale, anche quando sbaglia come – secondo me – col pezzo di Merlo. Un abbraccio ai colleghi di Repubblica).

Nelle redazioni è evidente il disagio diffuso legato alle modalità con le quali la direzione sta trattando la guerra tra Israele e Hamas. Nei giorni scorsi, ad aver infastidito particolarmente i cronisti di Repubblica, è stato anche il titolo, sparato in prima pagina, col virgolettato – falso – attribuito al segretario dell’Onu, António Guterres, cioè “l’Onu attacca Israele: ‘Hamas ha le sue ragioni'”. I malumori seguono il caso di questa estate, che coinvolse Alain Elkann, padre dell’editore di Repubblica, con l’articolo Sul treno per Foggia con i giovani “lanzichenecchi”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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