Marta Fascina tornerà a lavorare. Lo ha annunciato la stessa deputata di Forza Italia in un’intervista al Corriere della Sera. “So bene che grava su di me una grande responsabilità nei confronti degli italiani che mi hanno votata. Tornerò presto alla Camera per onorare il mandato ricevuto. Sicuramente prima delle votazioni sulla legge di Bilancio, che è la legge più importante”, dice quella che è stata l’ultima compagna di Silvio Berlusconi.

Parlamentare alla seconda legislatura, Fascina si è praticamente ritirata ad Arcore dopo la morte del leader di Forza Italia. “Se la domanda è se io abbia superato il lutto, la risposta è no”, spiega al quotidiano di via Solferino. Nelle scorse settimane a reclamare il suo ritorno in Parlamento era stato anche Paolo Berlusconi. “Paolo – dice lei – mi vuole un gran bene e le sue parole denotavano solo una sincera preoccupazione per il mio stato d’animo”. Per la verità, però, anche prima della morte del compagno Berlusconi Fascina non brillava per le percentuali di presenza a Montecitorio. Nella passata legislatura la deputata ha fatto registrare un tasso di partecipazione ai lavori di aula pari al 24 percento. Un dato che secondo Repubblica era sprofondato fino all’1,7% alla fine di marzo del 2023 – a sei mesi dalle elezioni – e che è calato ulteriormente visto che nei mesi successivi le attenzioni di Fascina sono state ovviamente dedicate alle precarie condizioni di salute di Berlusconi, deceduto infine nel giugno scorso.

Il ruolo della deputata nella gestione del partito da parte dell’ex premier è stato recentemente oggetto di un’inchiesta di Report. “Chi ha conosciuto Berlusconi sa bene che ascoltava tutti, con umiltà, salvo decidere in piena autonomia. Dunque, la notizia di presunte mie influenze sul presidente è talmente ridicola che non meriterebbe neppure una smentita”, sostiene adesso la parlamentare eletta in Sicilia. Che torna più volte a parlare del suo lutto. “Sono stati quattro mesi di strazio e tristezza. Il vuoto che la sua assenza terrena ha lasciato nella mia vita è incolmabile“. Poi ha smentito i retroscena sul suo possibile“sfratto” dalla villa di Arcore deciso dai figli di Berlusconi. “Silvio – racconta – ha consentito che stringessi strettissimi rapporti anche con i suoi figli straordinari. Rispetto alla questione di Villa San Martino, si trattava di infondati pettegolezzi di stampa già smentiti dalla famiglia”. Infine un’annotazione politica: “Nutro sincera stima per il presidente Meloni, come donna, come politico, come premier”. E una richiesta: il Ponte sullo Stretto “sarebbe giusto intitolarlo ponte Silvio Berlusconi“.

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