La coltivazione sempre più intensiva di soia in Brasile e il conseguente uso di pesticidi è correlata a un aumento dei casi di leucemia nei bambini. A dirlo è un nuovo studio condotto dall’Università dell’Illinois – Urbana-Champaign, in collaborazione con l’Università di Denver e l’Università di Wisconsin – Madison. Il consumo di soia, come mangime per gli animali e per svariati altri usi, è quintuplicato negli ultimi quarant’anni: coltivata prevalentemente in monocolture, la pianta richiede un impiego elevato di pesticidi, che inquinano il suolo e le falde acquifere. Il Brasile quindi è diventato il principale produttore di soia al mondo, ma anche il maggior consumatore di pesticidi. E, nonostante le preoccupazioni per le possibili conseguenze sulla salute pubblica, si sa ancora poco sugli effetti di questa esposizione sulla popolazione generale.

Un’espansione pericolosa – Lo studio esamina come l’espansione della coltivazione di soia e l’aumento dell’uso di pesticidi nelle regioni del Cerrado e dell’Amazzonia siano correlati all’incremento della mortalità infantile per cancro. “La regione amazzonica brasiliana sta attraversando una transizione dalla produzione di carne a basso consumo all’intensificazione della coltivazione di soia con un alto utilizzo di pesticidi ed erbicidi. L’espansione è avvenuta molto rapidamente, e sembra che gli sforzi educativi e la formazione per gli applicatori non abbiano tenuto il passo con la crescita dell’uso di pesticidi. Quando questi non vengono utilizzati correttamente, ci sono implicazioni per la salute”, afferma Marin Skidmore, professore associato nel Dipartimento di Economia agricola e del consumatore, parte del College di Scienze agricole, del consumatore e dell’ambiente presso l’Università dell’Illinois. Skidmore è l’autore principale dello studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. “Mentre questa transizione stava avvenendo, sono stati documentati casi di avvelenamento da pesticidi tra i lavoratori agricoli e prove di sostanze chimiche nel sangue e nelle urine di lavoratori non agricoli nelle comunità circostanti,” spiega lo scienziato. “Questo indica che l’espansione si è verificata in un modo potenzialmente pericoloso che ha esposto le persone.”

I numeri del boom – I ricercatori si sono concentrati sui bambini come popolazione più vulnerabile, esaminando in particolare i decessi per per leucemia linfoblastica acuta, la forma di tumore più frequente in questa fascia d’età. Ogni anno solo in Italia si ammalano circa quattrocento bambini, ma grazie ai grandi progressi della ricerca scientifica, l’85-90% di loro guarisce. Lo studio si è basato su dati relativi a esiti sanitari, uso del suolo, acqua superficiale e demografia nelle regioni del Cerrado e dell’Amazzonia. Il campione consisteva principalmente in aree classificate come “rurali” con almeno il 25% di copertura agricola. La produzione di soia nel Cerrado è triplicata dal 2000 al 2019, mentre nella regione amazzonica è aumentata addirittura di venti volte: da 0,25 a cinque milioni di ettari. In parallelo, nelle regioni interessate dallo studio l’uso di pesticidi è aumentato da tre a dieci volte nel corso del periodo. E gli agricoltori brasiliani applicano pesticidi a un ritmo 2,3 volte superiore per ettaro rispetto agli Stati Uniti.

La correlazione – “I nostri risultati mostrano una relazione significativa tra l’espansione della coltivazione di soia in Brasile e la mortalità infantile da leucemia linfoblastica acuta nella regione,” afferma Skidmore. “I risultati suggeriscono che circa la metà dei decessi per leucemia pediatrica in un periodo di dieci anni potrebbero essere collegati all’intensificazione agricola e all’esposizione ai pesticidi”. I ricercatori dimostrano che un aumento del 10% nella produzione di soia è associato a 0,40 decessi in più per leucemia ogni diecimila abitanti tra i bambini sotto i cinque anni, a 0,21 decessi in più tra i bambini sotto i dieci anni. Nel complesso, stimano che tra il 2008 e il 2019 siano morti 123 bambini sotto i dieci anni a causa dell’esposizione ai pesticidi, su un totale di 226 decessi segnalati per leucemia nello stesso periodo. Skidmore sottolinea che lo studio non fornisce un collegamento diretto e causale tra l’esposizione ai pesticidi e i decessi per cancro, ma i ricercatori prendono una serie di misure per escludere altre spiegazioni: non hanno trovato correlazioni tra i decessi per leucemia e il consumo di soia, i cambiamenti nello stato socioeconomico o la diffusione di coltivazioni con minori tassi di applicazione di pesticidi.

La contaminazione dell’acqua – Si è indagato con successo, invece, sulla contaminazione delle fonti d’acqua come principale metodo di esposizione: “Abbiamo cercato prove dell’applicazione di pesticidi a monte, nel bacino che scorre in una regione, e abbiamo riscontrato una relazione tra questa pratica e l’incidenza della leucemia nella regione a valle. Questo indica che il deflusso di pesticidi nelle acque superficiali è un probabile metodo di esposizione,” spiega Skidmore. “Circa il 50% delle famiglie rurali in questa regione disponeva di pozzi o cisterne al momento del censimento agricolo del 2006, il che lasciava l’altro 50% dipendente dalle acque superficiali come fonte di acqua potabile. Se l’acqua superficiale è contaminata, i pesticidi utilizzati nella produzione di soia a monte possono raggiungere i bambini che vivono a valle attraverso i corsi d’acqua”, afferma. “La nostra preoccupazione è che i nostri risultati rappresentino solo la punta dell’iceberg. Abbiamo misurato un solo esito specifico e molto preciso. L’esposizione ai pesticidi potrebbe anche comportare casi non fatali di leucemia, e ci sono rischi di impatti sulla comunità di adulti e adolescenti,” conclude.

Le cure che mancano – Come accennato, la leucemia linfoblastica acuta è una malattia altamente trattabile, ma richiede l’accesso a cure mediche di alta qualità. In tutta la regione amazzonica, i ricercatori hanno identificato solo due centri di oncologia pediatrica ad alta complessità, anche se altre strutture possono fornire trattamento. Hanno scoperto che l’incremento dei decessi osservato per leucemia linfoblastica acuta pediatrica in seguito all’espansione della coltivazione di soia era limitato ai comuni distanti più di cento chilometri da un centro di trattamento. “I nostri risultati indicano che ci sono diversi modi per mitigare la relazione tra l’esposizione ai pesticidi e i decessi per leucemia”, afferma Skidmore. “Questo include formazione ed educazione per i lavoratori agricoli, regolamenti intelligenti sull’uso dei pesticidi e accesso alle cure mediche. Non stiamo certo sostenendo l’arresto completo dell’uso di questi strumenti. Sono tecnologie importanti e preziose, ma devono essere gestite in modo sicuro e con alcuni controlli in atto.” Il Brasile sta attualmente sviluppando un programma di certificazione che richiede agli applicatori di pesticidi di sottoporsi a formazione sulla sicurezza e all’educazione. Programmi simili esistono in molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, dove gli applicatori di pesticidi sono tenuti ad essere autorizzati e a partecipare a programmi di educazione e test sulla sicurezza dei pesticidi.

di Lella Simone

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