“La manovra di bilancio per il prossimo anno affronta anche alcune delle questioni che riguardano più da vicino le attività dei comuni. Gli interventi previsti avranno la caratteristica della selettività e riguarderanno problematiche urgenti e specifiche”, così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti prova ad indorare la pillola dei tagli comparsi ieri nella bozza della legge di Bilancio. Le nuove misure di spending review prevedono infatti un taglio da 350 milioni di euro all’anno per le spese degli enti locali. In particolari i sindaci dovranno ridurre le spese dei comuni di 200 milioni l’anno mentre le province di 50 milioni. Tra le voci del capitolo revisione della spesa anche “misure per il turnover” che non sono però ancora specificate. Ai Comuni è in carico anche la spesa per il rinnovo del contratto dei funzionari che potrebbe tradursi in un esborso di 800 milioni.

“Noi non siamo quelli che urlano e protestano, siamo quelli che ragionano. Per cui chiediamo alla presidente Meloni e ai ministri che ci hanno fatto l’onore di venire qui di ragionare ancora. Se ci date dei tagli noi non possiamo più dare i servizi ai nostri cittadini, soprattutto nel welfare, nei servizi sociali”, ha affermato oggi il presidente dell’Associazione azionale dei comuni italiani (Anci) Antonio Decaro. Chiudendo i tre giorni di lavoro della assemblea nazionale dell’Anci a Genova Decaro ha aggiunto: “Ci abbiamo messo sette anni per recuperare i tagli fatti negli anni precedenti e ora che siamo arrivati alla fine ce ne troviamo degli altri. Sembra il gioco dell’oca, bisogna tornare dal via”. Il presidente dell’Anci chiede quindi alla presidente del Consiglio di convocare i rappresentanti dei comuni per ragionare su una possibile soluzione.

Con un’esternazione che poco si armonizza con le notizie sulle sforbiciate ai budget, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto su X che “I Comuni sono una priorità dell’azione di Governo, anche per promuovere le eccellenze e valorizzare il saper fare Italia. Grazie al turismo delle radici favoriamo le presenze nei piccoli borghi. Ognuno degli 8.000 comuni italiani è una tessera del grande mosaico per la crescita”.

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