In attesa dell’apertura del valico di Rafah per inviare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e dell’imminente invasione di terra da parte di Israele, le attenzioni della comunità internazionale guardano anche a Il Cairo, dove si aprirà oggi la “conferenza internazionale per la pace”. Numerosi i leader presenti, tra cui anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per cercare di fermare l’escalation in corso nella Striscia. Oltre al presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, che così risponde alla richiesta di diversi Paesi di proporsi come mediatore nel conflitto tra Hamas e Tel Aviv, ci sarà anche il presidente della Palestina, Abu Mazen, oltre a una folta rappresentanza europea. Nessun membro di governo o delle istituzioni arriverà invece nella capitale egiziana da Israele.

Con i tank ammassati al confine di Gaza e i reparti dell’esercito israeliano pronti all’invasione per la resa dei conti con Hamas, al-Sisi sta tentando di coinvolgere il numero più ampio possibile di partner internazionali per studiare soluzioni alternative alle armi. “Coordinamento e cooperazione” per evitare che lo sviluppo della crisi possa “sfuggire di mano”, è il suo appello alla vigilia dei lavori. Il riferimento non è solo al rischio di un altissimo numero di vittime civili, ma anche e soprattutto allo spettro di un allargamento del conflitto. Sono continui, infatti, gli scambi di minacce tra il fronte che sostiene lo ‘Stato ebraico‘ e l’Iran che continua a lanciare appelli richiamando all’unità del mondo musulmano in una “battaglia di liberazione”.

L’Europa ha risposto all’invito al summit del leader egiziano, ma mentre Berlino, Parigi e Londra si sono limitate a inviare i ministri degli Esteri, Roma sarà rappresentata dal capo del governo, così come Madrid e Atene con Pedro Sanchez e Kyriakos Mitsotakis. Presente anche l’Unione europea con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, e l’Alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell.

In Egitto arriveranno anche l’inviato cinese per il Medio Oriente, Zhai Jun, e il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, oltre al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, preoccupato soprattutto dell’emergenza umanitaria provocata dal conflitto a Gaza. Infine, sono arrivati nel Paese anche alcuni protagonisti del mondo arabo come il re giordano Abdallah e l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani. Un’occasione, ha sottolineato la diplomazia egiziana, per “rilanciare il processo di pace nella regione” rivitalizzando la soluzione dei due popoli in due Stati. Un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso la via diplomatica. La presidente del Consiglio, dopo il Cairo, dovrebbe volare a Tel Aviv come hanno fatto nei giorni scorsi Joe Biden, Olaf Scholz e Rishi Sunak.

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