Diventata uno dei simboli della ricchezza accumulata con lo scandalo Mose, Villa Rodella, cinquecentesca dimora a Cinto Euganeo dell’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, per una strana legge del contrappasso potrebbe essere destinata all’accoglienza dei profughi. Si tratta di una costruzione molto elegante, con una mezza dozzina di bagni, una ventina di stanze, una chiesetta, una foresteria e un grande parco che l’ex presidente della giunta regionale, leader di Forza Italia, coltivava personalmente. Nella villa, quando Galan si sposò con Sandra Persegato nel 2009, arrivò anche Silvio Berlusconi con l’elicottero, accolto da centinaia di vip che parteciparono a un banchetto all’aperto. Per Galan fu il giorno dell’apoteosi, per la ricchezza esibita.

Finita sotto sequestro, poi confiscata per consentire all’illustre imputato di pagare i debiti con la giustizia (due milioni e mezzo di euro) a seguito delle accuse di corruzione per il Mose, da una decina d’anni Villa Rodella è disabitata. È così grande che nessuno se la sente di acquistarla. Infatti, tutte le aste per alienarla sono andate deserte, visto che sarebbero necessari importanti e costosi lavori di intervento. È così finita a giugno nell’elenco delle opere che il Demanio non riesce a vendere.

La prefettura di Padova ha tentato un’ultima mossa, convocando le cooperative che si occupano di accoglienza dei profughi. Lo scopo era quello di far esaminare lo stato dell’immobile, per proporre un contratto di affitto agevolato che consentirebbe l’utilizzo di uno spazio molto grande per organizzare l’accoglienza. La visita è stata effettuata alcune settimane fa, con una convocazione attraverso una mail del prefetto. Ecco il testo riferito da “Il Mattino di Padova”: “Si invitano le Signorie loro a partecipare al sopralluogo all’immobile demaniale sito nel comune di Cinto Euganeo denominato Villa Pasqualigo Pasinetti Rodella, che avrà luogo con incontro davanti alla villa”. Il prefetto Francesco Messina aveva sperato così di prendere due piccioni con una fava. Da una parte riallocare un bene che va in deperimento progressivo, dall’altra trovare un luogo dove sistemare i profughi.

Cinto Euganeo è un piccolo paese sui colli, lontano da grandi concentrazioni urbane, in un contesto agricolo. Il Demanio punta ad assegnare i beni invenduti ad enti del Terzo Settore, grazie ad un piano di recupero degli edifici di pregio dismessi. La proposta di un canone agevolato non sembra sia riuscita ad invogliare le cooperative, anche se c’è tempo, in base al bando, fino all’11 dicembre per manifestare il proprio interesse. La proposta è di una concessione di durata non inferiore ai 6 anni e non superiore ai 50 anni.

Secondo l’accusa emersa dalle carte dell’inchiesta sul Mose di Venezia, Galan avrebbe investito una parte dei guadagni illeciti, ossia le tangenti ricevute da Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova incaricato di realizzare le dighe mobili per salvare Venezia dall’acqua alta. Galan comprò la villa nel 1999 ad un’asta e una parte dei lavori di ristrutturazione sarebbe stata effettuata gratuitamente come contropartita economica per favori illeciti. Il bene è entrato nella proprietà dello Stato italiano nel 2015, quando Galan patteggiò due anni e 10 mesi di reclusione, una sentenza ormai passata in giudicato. Attualmente Villa Rodella è degradata e il parco incolto. Per questo le cooperative non sarebbero interessate, considerando troppo impegnativa l’impresa di recupero e riadattamento ai fini di ospitalità.

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