Dopo Bono arriva Mimmo Rock. E anche il confronto con Liberato, il rapper incappucciato, sbiadisce. Il suo concerto è stata un’accozzaglia di suoni spacca/timpani ma hanno blindato Piazza Plebiscito e dintorni. Nelle stesse ore in cui Mimmo nell’ex base della Nato, si festeggiava con il suo iconico party (quest’anno festeggiava 60 anni, ma si tratta di errore anagrafico, perché Mimmo sprizza energia come un trentenne).

Dopo due anni di forzata chiusura causa pandemia Mimmo and family invece ripartono alla grande. Mimmo irrompe nella scena su una jeep militare in mezzo a due cordoni di militanti della pace. Il suo messaggio è chiaro e campeggia sui muri in mezzo a giochi di luce stratosferici: Stop the War. Monito contro ogni guerra e sistema.
Ci aveva lasciato due anni fa con I killer Queen, fatti volare espressamente da Londra (band replica dei Queen, ma credetemi difficile riconoscere i cloni dagli originali). Adesso ha rockeggiato sulle note dei Depeche Mode.

Ma sono proprio loro? No, è una cover, ma, chi se ne intende, giura che sono meglio dei veri. Stessa fisicità, stessa carica d’adrenalina scorre fra i 1500 invitati. Si parte dal dress code: Army vs Punk: military//funky/pop… a libera interpretazione. Il prof. e chirurgo Guido Grilli si toglie il camice bianco per indossare gargo pants, anfibi e gilet borchiato, pettinatura a missili condivisa con la sua compagna di gioco e di look, Daniela Vallese. Annapaola Merone, Fernarda Speranza, Alessandra Rubinacci, Gabriella Lancillotti, Ros Amato, Cristina Cenammo, Federico Avella (rientrato al volo da uno shooting a New York) sembrano usciti dal Coachella Festival, l’happening cult nel deserto del Colorado. Ma Mimmo Rock gli ha rubato la scena. Ognuno diventa la performance di se stesso. Osa e lascia andare i freni inibitori.

La forza della famiglia è lei, Annapaola Manfredonia, dottoressa Smile e star del reality show, la dolce metà che vale un’intero. Meritevolmente gallonata, impeccabile anfitrione, balla scatenata, insieme ai figli e agli amici dei figli. Insomma il rock è una questione di famiglia. Ma anche di charity, visto che il festeggiato non ha voluto doni ma un obolo di beneficenza. Dicevamo the family si occupa di grano, Mimmo ha un terminal petrolifero. E crescente passione rockettara. Gli ospiti entrano in un tunnel di luce laser creato da Luca Toscano, the King degli effetti specialissimi, poi passano per lo stand adibito a trucco, parrucco e body painting. Ogni dettaglio è stato curato da Raffaella Rocco (la figlia) e da Salvo, il figlio, laureto in regia a Los Angeles. Ogni visione è Uaaoooo.

Lo sono anche gli Intermezzi mangiarecci fatti di pizze e pizzette di Concettina ai Tre Santi, hamburger e graffette fumanti e birre a gogo’.
Finito il concerto, si mette alla consolle il deejay Marco Piccolo, alter ego di Bob Sinclar. E la luna piena strizza l’occhiolino.

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