Sono passati quasi tre giorni dalla scoperta del massacro nel kibbutz di Kfar Aza per mano di Hamas. Le Forze di Difesa Israeliane avevano per prime diffuso la notizia secondo cui all’interno delle abitazioni erano stati ritrovati anche bambini piccolissimi “decapitati” dai miliziani islamisti. Sarebbe l’immagine più cruenta del massacro commesso dai combattenti palestinesi che sono riusciti a infiltrarsi tra le scarse linee difensive israeliane. Un’immagine che, però, non è stato ancora possibile verificare.

L’ultimo capitolo di una vicenda importante per l’impatto che può avere sull’opinione pubblica, e di conseguenza sull’operato dei militari israeliani in caso di invasione di terra a Gaza, sono le foto pubblicate sull’account X del primo ministro israeliano che il governo di Tel Aviv ha mostrato anche al segretario di Stato americano, Antony Blinken: tre bambini di pochi mesi senza vita, di cui due completamente carbonizzati. Che siano stati vittime di un incendio appiccato dopo la mattanza o di uno delle migliaia di razzi lanciati dalla Striscia, questo non è ancora possibile capirlo. Di certo c’è che il dubbio sulle presunte decapitazioni non è ancora stato sciolto.

In questi due giorni, però, su questo punto si sono susseguite notizie più o meno confermate. La Cnn, ad esempio, mercoledì aveva rilanciato le dichiarazioni di una portavoce del premier israeliano che aveva confermato le parole dei militari israeliani, confermando quindi la loro cruda versione. Così la tv americana era tornata a interpellare il governo: “Un funzionario israeliano non ha confermato l’affermazione specifica secondo cui gli aggressori di Hamas avrebbero tagliato la testa ai bambini durante l’attacco”, si legge sul sito del media Usa. Così, è iniziata la caccia a ulteriori prove che potessero confermare o smentire le parole dell’Idf.

Poche ore dopo, il Jerusalem Post ha scritto sul proprio sito di aver avuto accesso alle immagini in questione e di poter così confermare che quei bambini non sono stati semplicemente uccisi, ma sono stati “bruciati e decapitati”. E aggiungono che gli scatti sono stati “mostrati” al segretario di Stato Usa, Antony Blinken, durante la sua visita in Israele. Poco dopo, il profilo ufficiale del governo israeliano su X ha postato una foto di un neonato morto il cui volto è oscurato: “Questa è l’immagine più difficile che abbiamo mai pubblicato. Mentre scriviamo il post stiamo tremando. Avevamo deciso di non pubblicarla, ma abbiamo bisogno che ognuno di voi lo sappia. Questo è accaduto”, è il testo che accompagna lo scatto che al momento solo il Jerusalem Post sostiene di aver verificato. Anche l’account del primo ministro israeliano, alla fine, ha pubblicato altre due foto in cui si vedono due piccoli cadaveri bruciati: “Ecco alcune delle foto che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha mostrato al Segretario di Stato americano Antony Blinken – si legge – Attenzione: Sono foto orribili di bambini uccisi e bruciati dai mostri di Hamas. Hamas è disumano. Hamas è come l’Isis“. Foto che testimoniano la barbarie dell’attacco, ma che non offrono una risposta ai dubbi sulle presunte decapitazioni.

Quello dei piccoli “decapitati” da Hamas rimane così un caso al momento senza risposta. La stampa internazionale che ha avuto accesso alla comunità rurale, compreso l’inviato della Cnn, ha verificato la devastazione ma non ha avuto modo di vedere i cadaveri decapitati dei bambini. Diversi media nei loro reportage avevano sottolineato come non era stato possibile vedere i corpi dei piccoli e quindi verificare in maniera indipendente la notizia, riportandola – appunto – come una dichiarazione dei soldati intervenuti nella bonifica dell’area di Kfar Aza. E questo al momento rimane: una dichiarazione. Perché ciò che è certo è che dei bambini sono stati uccisi nell’attacco di Hamas e che alcuni di loro erano carbonizzati.

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