La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Milano contro le assoluzioni dei 15 imputati per le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata realizzate dal Monte dei Paschi di Siena, tra il 2008 e il 2012, per coprire le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta. Scagionati in via definitiva, dunque, l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni, già assolti in Appello il 6 maggio del 2022 dopo la condanna in primo grado nel 2019 (rispettivamente a sette anni e mezzo e a sette anni e tre mesi). Confermate anche le assoluzioni delle società Deutsche Bank e Nomura (imputate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti) e dei loro dirigenti e manager.

Al centro del processo i derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico: sarebbero manovre che secondo la Procura di Milano sono state utilizzate per nascondere perdite per oltre due miliardi di euro. I capi di imputazione andavano dalle false comunicazioni sociali all’aggiotaggio all’ostacolo all’autorità di vigilanza. La dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi contro le assoluzioni (compreso quello della parte civile Consob) era stata sollecitata dalla stessa Procura generale presso la Suprema Corte. “Il Paese ci ha insegnato che la giustizia arriva sempre, forse un po’ in ritardo, ma sempre. Questo è il bello del nostro sistema giudiziario”, esulta l’avvocato Giuseppe Iannaccone, che difende gli ex manager Deutsche Bank imputati.

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