Nuovo sciopero per i lavoratori dell’Agenzia Dire, contro la procedura di licenziamento collettivo di 28 dipendenti annunciata a fine settembre. “Alla luce dell’esito negativo dell’incontro che si è svolto stamattina”, si legge in una nota rilasciata il 10 ottobre dall’Assemblea dei Redattori, i giornalisti dell’agenzia hanno deciso di proclamare uno “sciopero immediato” per il resto della giornata e per tutto il giorno successivo, mercoledì 11 ottobre. “Il CdR e le rappresentanze sindacali”, continua il comunicato, hanno infatti chiesto di ritirare la procedura di licenziamento, “ritenendola illegittima e immotivata, ma la richiesta non è stata accolta”. Un’atteggiamento di “chiusura”, quello dell’azienda, ritenuto “incomprensibile e inaccettabile”, a maggior ragione considerando che arriva “a un passo dall’entrata in vigore del nuovo decreto del Governo per i finanziamenti alle agenzie di stampa”.

La Dire, una delle principali agenzie di stampa nazionali, specializzata in politiche parlamentari e di governo, era già stata interessata da uno sciopero, lo scorso 27 settembre. Sciopero proclamato sempre in opposizione al licenziamento dei 28 dipendenti: a rischiare il lavoro sono nello specifico 15 giornalisti e 13 grafici. Lavoratori che negli ultimi anni hanno peraltro operato con un contratto di solidarietà, sacrificando dunque una parte dello stipendio per distribuire risorse all’azienda affinché evitasse tagli al personale. L’annuncio dei licenziamenti è invece arrivato proprio a una settimana dalla scadenza del contratto di solidarietà.

Contro la decisione dei vertici dell’agenzia si è subito espressa la consigliera regionale del Partito democratico nel Lazio Eleonora Mattia. “Convocare con urgenza in audizione tutte le parti coinvolte per far luce sulla procedura di licenziamento collettivo”, ha scritto in una lettera al presidente della Commissione Lavoro Angelo Tripodi. Per Mattia si tratta infatti di una “decisione grave”, che va a colpire “una redazione già provata da quasi due anni di contratti di solidarietà in cui i giornalisti hanno sacrificato una parte del loro stipendio per tutelare i livelli occupazionali. In un panorama in cui si fa già tanta fatica per salvaguardare il settore dei media”, continua Mattia, “è fondamentale tutelare non solo i bilanci delle aziende ma anche il Capitale umano che, con le proprie conoscenze, può svolgere questa funzione fondamentale volta a garantire il diritto all’informazione”.

Sul caso si è espressa anche la Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi), esprimendo “solidarietà ai colleghi dell’agenzia Dire”. Secondo il sindacato, infatti, i licenziamenti “sono illegittimi e immotivati, visto anche il decreto per le agenzie di stampa che partirà a gennaio e che garantirà risorse statali a tutte le agenzie nazionali, come la Dire”. La Fnsi ha dunque annunciato di voler continuare “ad affiancare i colleghi in ogni sede ribadendo, come è stato fatto oggi, che prima si ritira la procedura di licenziamento e poi si avvia un confronto sul futuro dell’agenzia”. Insomma, come conclude la nota del sindacato, “sotto ricatto non si tratta”.

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