Parlare di malattie mentale, significa combattere (ancora) con pregiudizi e discriminazioni. Servono sforzi collettivi della comunità per riuscire a far emergere disagi disfunzioni. E soprattutto, riuscire a dare risposte adeguate e non solo a pagamento. Di questo ha parlato anche il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale per la salute mentale. Un messaggio, inviato al ministro della Salute Orazio Schillaci, che mette al centro la necessità di combattere il silenzio che opprime chi ha bisogno d’aiuto e chiede al più presto “politiche di prevenzione”.

“Le malattie mentali sono patologie dai cui rischi i malati devono essere protetti con cure appropriate“, ha esordito il Capo dello Stato. Una affermazione che sancisce un principio troppo spesso sottovalutato da parte delle stesse istituzioni. “Nonostante i molteplici strumenti di tutela”, ha continuato Mattarella, “sono ancora numerosi i Paesi in cui le persone affette da patologie di salute mentale vengono discriminate e private della loro dignità, escluse dalla partecipazione alla vita sociale e politica delle comunità in cui vivono e dal diritto di decidere delle proprie vite e delle cure necessarie”. Temi di cui non si parla abbastanza. “Le disfunzioni mentali sono circondate da un silenzio frutto del pregiudizio e questo non fa altro che alimentare il disagio”.

A preoccupare sono poi gli ultimi dati che mettono in evidenza come i disagi siano sempre più in crescita e, in particolare, tra i più giovani. “Sono rischi che interpellano un numero crescente di adolescenti e giovani, già messi a dura prova dalla crisi della pandemia e dall’affacciarsi in Europa dei conflitti armati degli ultimi anni”. A dover dare risposte, ha ricordato il Capo dello Stato, sono le istituzioni. “È responsabilità comune promuovere politiche di prevenzione, di presa in carico precoce, inclusione e sostegno, fornendo ai ragazzi gli strumenti per crescere in salute e alle loro famiglie il giusto supporto”. In realtà, proprio la spesa sanitaria per la salute mentale si attesta in Italia sotto il 3% e ben lontano dall’obiettivo minimo del 10 per cento richiesto dall’Unione europea. “Godere di una buona salute mentale”, ha concluso Mattarella, “è condizione per esercitare liberamente i diritti fondamentali della persona”.

Chiedere politiche di prevenzione vuol dire sopratutto chiedere maggiori investimenti. Che, come denunciato da tutti gli operatori e le operatrici del settore, non sono ancora all’altezza di un fenomeno sempre più diffuso. E dopo il richiamo di Mattarella e l’allarme della Società italiana di psichiatria, è intervenuto anche il Consiglio nazionale degli psicologi. Ricordando che l’assenza di finanziamenti è sempre più grave e rischia di lasciare in diffficoltà una grossa fetta della popolazione. “L’obiettivo di questa giornata”, ha detto in una nota il presidente David Lazzari, “è quello di mobilitare gli sforzi a sostegno del benessere psicologico, combattere stigma e discriminazioni”. Propositi che però si scontrano con la realtà di un sistema sempre più in affanno nel cercare di dare risposte. “Rispetto a tutto ciò oggi ci troviamo di fronte a quattro grandi problemi. Il primo è il sensibile aumento dei disturbi, soprattutto i più comuni come ansia e depressione, e dei problemi legati allo sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza. Il secondo è quello dell’equità della risposta, perché la mancanza di una rete psicologica, soprattutto pubblica, fa sì che in Italia riceva aiuto soltanto chi può permetterselo economicamente. Il terzo problema è quello dell’appropriatezza e dell’efficacia della risposta, perché quella delle strutture pubbliche è fondamentalmente di tipo farmacologico e poco altro”. E questo, ha denunciato Lazzari, “genera un quarto problema legato all’aumento dei costi. Costi umani, per le persone che soffrono di questi problemi che condizionano pesantemente la loro vita e non ottengono risultati; costi sanitari, perché la mancanza di efficacia e appropriatezza nella risposta aumenta le spese; costi sociali, perché tutto questo ha un grande costo per la nostra società”. Per Lazzari “ha ragione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sempre molto attento a questo argomento: dobbiamo promuovere politiche di prevenzione, di presa in carico precoce, inclusione e sostegno. Un Paese che usa la psiche soltanto per curare, e solo a chi può permetterselo privatamente, è un Paese arretrato, iniquo e che investe male nel proprio futuro”.

@il.fattoquotidiano Tananai, ospite a #Programma, ha raccontato l’importanza della salute mentale e di come la terapia l’abbia aiutato molto anche a Sanremo #Tananai #Sanremo2023 #salutementale #ilfattoquotidiano #FqMagazine ♬ Humorous Shape – DJ BAI

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Giornata mondiale della salute mentale: i disagi sono in crescita, soprattutto tra i più giovani. Ma mancano gli investimenti

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