“Dentro il Pd c’è un tasso altissimo di presunzione. Noi continuiamo a immaginare di essere moralmente superiori agli altri, in molti casi siamo inferiori. Presuntuosi e inconcludenti”. Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha lanciato un dura invettiva contro il partito alla festa dell’Unità a Napoli .

Secondo il presidente di Regione, “nel corso di questi anni il Pd” è cresciuto assorbendo “il paggio dai due partiti di provenienza” e cioè “il correntismo doroteo” e “il centralismo burocratico del partito comunista”. “C’è gente che arriva a Roma, prende in mano la macchina e comincia a esercitare una funzione di ricatto in modo particolare in relazione alle candidature successive”, attacca ancora De Luca che evidenzia però “un elemento” grazie al quale è possibile salvare il Pd, e cioè “la rete di amministratori”. “Quelli che si espongono con il loro volto e vengono votati con il loro nome – sottolinea – questa è una grande forza. Ma come potete vedere non contano niente perché se dicono ‘facciamo il terzo mandato’ c’è qualche imbecille che dice ‘no non va bene’. E tu chi cazzo sei?”. Anche i militanti, evidenzia, sono la forza. Anche se, specifica, “la giovane generazione è cresciuta già ideologicamente corrotta, abituata a entrare in una corrente” e “vengono educati all’opportunismo e non alla libertà intellettuale”.

Questi problemi, continua De Luca, sono un “problema” per l’Italia: “In queste condizioni noi non possiamo, non siamo in grado come Pd, non tanto di organizzare il governo dell’Italia, ma neanche le gite scolastiche“. “Allora qui bisogna riprendere dalle radici il ragionamento sul programma e sull’organizzazione del partito perché questo non è un partito…”, conclude De Luca.

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