Si trova sulla “collina” di Pozzallo, nell’ex area industriale del paese del Ragusano, dista un chilometro dal porto, ed è stata realizzata in quaranta giorni con dei container posizionati in un’area protetta da un perimetro con base in cemento, inferriate e filo spinato. È la prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo che da domenica sarà attiva in Italia per svolgere le cosiddette procedure accelerate di frontiera. A dare l’annuncio è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Benevento: “Il recepimento di una direttiva europea ci fa avviare da domani qualcosa di mai fatto prima, la partenza della prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da paesi sicuri, ad esempio la Tunisia, per fare in modo che si possano realizzare procedure di accertamento dei presupposti per lo status di rifugiati o dare avvio a procedura di espulsione con la prospettiva di farlo in un mese e non come avviene ora in tre anni, con aggravio di costi per lo Stato”.

Piantedosi conferma anche il piano del governo di allestire un Cpr (i centri di detenzione in attesa del rimpatrio) in ogni regione, ma precisando che “sul tavolo al momento c’è solo qualche ipotesi” sulle collocazioni specifiche. Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuma, evita commenti diretti. “Ho avuto iniziali perplessità per questo tipo di strutture specie perché nell’hotspot a ridosso dell’area portuale attualmente gestiamo un centro con 220 posti disponibili e ne stiamo accogliendo 500. Il governo investa nell’accoglienza e nella conseguente regolarizzazione per fare in modo che si possano realizzare velocemente procedure di stabilizzazione, di rifugiato o di rimpatrio”, dice.

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