Il suo nome è Stefania Loizzi, ed è una delle presunte vittime di Ubaldo Manuali, il netturbino arrestato a Roma il 18 settembre con le accuse di violenza sessuale e diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti. La donna, intervistata da Repubblica, ha ricostruito l’esperienza che l’ha vista – secondo quanto ha denunciato – vittima di violenza sessuale dopo essere stata stordita con la droga dello stupro. Tutto ha inizio a fine 2020, quando Manuali chiede l’amicizia su Facebook alla donna: “Ho visto che in comune avevamo un’amica. Lei mi ha detto che era una persona tranquilla e simpatica e allora ho accettato l’amicizia”, racconta. Dopo essersi scambiati il numero di telefono, i due iniziano a conversare a lungo, in quella che sembra essere una sana dinamica di avvicinamento fra due persone sconosciute, parlando “della figlia, della sua frequentazione in chiesa, del suo padre spirituale”.

Poi i due iniziano a vedersi, “sempre fuori casa”, fino a quando Manuali dichiara il suo interesse nei confronti della donna, che però non ricambia e chiude il rapporto. L’uomo torna poi alla carica nel gennaio del 2023, un periodo di particolare debolezza per la vittima, chiedendole di andare a “cena a casa sua”. Lei inizialmente non vuole, poi accetta. Ma il netturbino, improvvisamente, cambia programma e decide di presentarsi lui a casa di Stefania con una cena preparata. “Ero giù, ho accettato. Una volta a casa mia ha aperto il prosecco per fare un brindisi. Ho bevuto e mi ricordo solo che ero andata in cucina a prendere le patate. Poi, il buio”, prosegue.

Il risveglio è traumatico. La donna si trova nel suo letto con di fianco l’uomo senza pantaloni. Alla domanda su cosa ci faccia lì, le dice che si è “sentita male” la sera precedente e per questo “non voleva lasciarla sola”. Stefania va al pronto soccorso e lì i medici le trovano nel sangue discrete quantità di droga dello stupro: una rivelazione che le permette di ricostruire la serata precedente e di denunciare tutto alle autorità. Come se non bastasse, c’è anche un video della violenza che incrimina il netturbino, inviato alla chat dei suoi “amici del calcetto” che non hanno mai pensato di denunciare. La vittima non teme di mostrarsi pubblicamente: dice di non aver nulla da nascondere e alla figlia dell’uomo, che difende il padre, dice: “So solo che un giorno mi inviò le foto di sua figlia che nel camerino stava provando biancheria intima. Spero si faccia chiarezza anche su questo”.

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