“L’Europa è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso” ha detto la presidente Ursula von der Leyen in settimana, nell’ultimo discorso della sua legislatura davanti alla Commissione Europea, in merito alla sempre più crescente presenza di EV cinesi sul mercato europeo.

E mentre von der Leyen annuncia un’inchiesta anti-sovvenzioni sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina, uno studio di Transport&Environment avverte che c’è ancora un modo, per le case automobilistiche europee, di restare competitive sul mercato: veicoli dai costi contenuti – ça va sans dire – e dalle dimensioni più piccole.

Secondo l’organizzazione indipendente ambientalista, infatti, un veicolo elettrico dovrebbe non superare i 25 mila euro e puntare al segmento B: su una produzione di questo tipo, quindi, entro il 2025 si arriverebbe a ottenere un profitto del 4%, con conseguente riduzione del costo delle batterie – tra i costi indiretti di un’auto elettrica, quello più determinante – che scenderebbe a 100 dollari per kWh.

Del resto, è ormai noto che la prima barriera all’acquisto di un veicolo BEV è rappresentato, per l’automobilista italiano medio, dal prezzo ancora fuori portata. L’ultimo sondaggio a conferma di ciò è quello che è stato condotto da YouGov secondo cui, se si offre la possibilità di averne una entro i 25 mila euro di piccole dimensioni, la percentuale degli intenzionati all’acquisto entro il prossimo anno passerebbe dal 27 al 38%. In questo modo, sottolinea la ricerca di YouGov, il mercato italiano arriverebbe a liquidare 136 mila veicoli in più all’anno.

“Un veicolo BEV di piccole dimensioni da 25mila euro potrà cambiare le carte in tavola e favorire l’adozione delle auto elettriche da parte del grande pubblico” ha detto Carlo Tritto, Policy Officer di T&E Italia: “portare questi modelli sul mercato rapidamente e in quantità sarà fondamentale per i produttori europei che vogliono competere con i rivali cinesi che stanno già percorrendo questa strada offrendo piccole auto elettriche a basso costo”.

Secondo T&E la palla balza ora ai legislatori, cioè a chi deve creare le condizioni affinché le case diano priorità alla produzione di veicoli di piccole dimensioni, mettendo in campo politiche locali di contrasto – di fatto – al possesso di veicoli di grandi dimensioni, agendo ad esempio sulle tariffe dei parcheggi. È proprio il mercato dei (grandi) suv, però, a portare profitti alle case, tanto che a oggi questi rappresentano il 53% delle vendite totali a livello europeo e nel 2022 hanno rappresentato il 51% di quelle elettriche.

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