L’aumento dei casi di positività di Covid ha innescato un allarme sulla circolazione del virus anche se il tasso di occupazione di posti letto in area medica e/o in terapia intensiva è al momento tale da non creare disagi o problemi. Certo è che il virus, seppur mutato e molto trasmissibile, resta pericoloso soprattutto per le categorie a rischi: grandi anziani, immunodepressi, fragili, persone con più patologie e ovviamente agli operatori sanitari. Intanto il ministro della Salute Orazio Schillaci ha garantito che il vaccino anti-Covid aggiornato verrà offerto gratuitamente a tutti cittadini che vogliano sottoporsi alla somministrazione, e non soltanto alle categorie indicate nell’ultima circolare del ministero della Salute, ovvero over-60, soggetti fragili, donne incinte ed operatori sanitari.

Via libera dell’Aifa al vaccino Pfizer – Mercoledì 13 settembre l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dopo l’approvazione da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), ha dato il via libera al nuovo vaccino anti-Covid Comirnaty di Pfizer-BioNTech mirato alla sottovariante Omicron XBB.1.5. Il disco verde è arrivato nei giorni scorsi dalla Commissione tecnico scientifica di Aifa. Il vaccino, secondo quanto si apprende, verrà inserito nella classe di farmaci Cnn (Classe C non negoziata) e seguirà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di farmaci già approvati dall’Ema, ma non ancora negoziati da Aifa ai fini della rimborsabilità del Servizio sanitario nazionale. La conseguenza di questa procedura è l’immediata immissione sul mercato del medicinale.

Il nuovo vaccino aggiornato dovrebbe essere disponibile da ottobre anche in Italia e la sua somministrazione, come rileva l’ultima circolare del ministero della Salute, è fortemente raccomandata agli over-60, ai soggetti fragili, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari. A questi gruppi di persone, secondo quanto indicata dalla circolare ministeriale, “è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato”. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. Sulle tempistiche di somministrazione, sulla base delle informazioni e delle evidenze scientifiche al momento disponibili, “si prevede la possibilità di somministrazione della dose di richiamo a distanza di almeno 3 mesi dall’ultimo evento (ultima dose, a prescindere dal numero di richiami già effettuati o ultima infezione diagnosticata). È previsto, inoltre – si sottolinea nella circolare – che i nuovi vaccini aggiornati possano essere utilizzati anche per il ciclo primario, cioè per chi non si è mai vaccinato“.

Negli Usa vaccino dai 6 mesi in su – Negli Usa nuovi vaccini anti-Covid raccomandati a tutti dai 6 mesi di vita in su. A indicarlo sono gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie Cdc, in un documento sui vaccini aggiornati alle varianti attualmente in circolazione e sulle indicazioni per la stagione autunno-inverno alle porte. “I Cdc raccomandano a tutte le persone di età pari o superiore a 6 mesi di sottoporsi a un vaccino Covid aggiornato per proteggersi dagli esiti potenzialmente gravi della malattia questo autunno e inverno”, esordisce il documento. “I vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna” adattati alla variante Kraken di Sars-CoV-2 (XBB.1.5) “saranno disponibili entro questa settimana”, annuncia l’ente nella nota.

Ma in Italia gli scienziati dicono: “Ai fragili e agli anziani” – “Come ho sempre detto anche per l’antinfluenzale, la vaccinazione anti-Covid può e deve essere un’opportunità per tutti. La raccomandazione, però, diventa via via più stringente in funzione dell’età e comunque, al di là dell’età, in funzione della fragilità o della presenza di patologie intercorrenti. Il focus comunicativo” della campagna di richiami autunno-inverno “deve essere quindi su chi rischia di più, tant’è che per quanto mi consta si comincerà da ottantenni, fragili, operatori sanitari, e poi via via tutti gli altri” dice all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, docente dell’università Statale di Milano. Ed è necessario “ovviamente anche rilanciare il vaccino antinfluenzale – ribadisce – magari nella stessa seduta”. In Italia “il ministero della Salute ha fatto una scelta che è espressa nella circolare e io la sposo appieno. Sposo cioè la linea del ministero nella quale” vengono identificate precise categorie da indirizzare verso i richiami autunno-inverno “e si è anche detto che su indicazione medica si può uscire da quelle categorie, se ci sono situazioni particolari”. Non una raccomandazione generalizzata? “No, non una vaccinazione di massa” spiega Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presidente del Nitag – Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni. Che i Cdc statunitensi raccomandino a tutti gli americani dai 6 mesi di vita in su di fare il vaccino aggiornato alle varianti circolanti per la prossima stagione autunno-inverno “ci sta – dice l’esperto all’Adnkronos Salute – Il vaccino ha quel tipo di indicazione”, cioè è indicato per l’uso dai 6 mesi in su. “Poi ciascun Paese e ciascun piano vaccinale coglie” queste indicazioni “e le fa sue su certe categorie. Come da raccomandazioni ministeriali, se un bambino piccolo ha una malattia che lede il sistema immunitario è nella lista, e il fatto che ci sia il vaccino indicato per lui è positivo”. Poi, sottolinea Signorelli, “bisogna mediare costi e benefici, e l’organizzazione di questa attività di prevenzione. Il ministero ha fatto una scelta” proprio in base a una riflessione su come mettere insieme questi obiettivi “e io la sposo”, ribadisce l’igienista.

I pediatri: “Ci spaventa più il virus sinciziale” – “In vista dell’autunno il virus che mi spaventa è Rsv, il virus respiratorio sinciziale, più del Covid. Perché i dati epidemiologici che abbiamo avuto negli ultimi 2 anni ci dicono che siamo stati impegnati molto anche a livello ospedaliero. Quindi dobbiamo essere calmi e tranquilli nel prepararci ai prossimi mesi, sapendo bene che la prevenzione si fa con i vaccini, soprattutto per i più fragili” spiega Rino Agostiniani, tesoriere e nel direttivo della Società italiana di pediatria (Sip), ex presidente della società scientifica. Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) “ha avuto una recrudescenza in Australia nel loro inverno. E anche in Usa ha destato allarme. È più pericoloso del Covid” dice il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù, rispondendo a una domanda della società scientifica dei pediatri sull’eventualità che l’Aifa acceleri sull’approvazione in Italia, dopo il via libera in Usa, del primo anticorpo monoclonale per la prevenzione della malattia da Rsv nei neonati durante la loro prima stagione di virus respiratorio sinciziale, sviluppato da Sanofi. “C’è una fase di trattativa con l’agenzia”, ha risposto Palù sulla questione dell’approvazione.

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