Dall’inflazione al rallentamento dell’economia, dagli sbarchi di migranti a una manovra che si preannuncia magra: agosto ha portato più di una difficoltà al governo guidato da Giorgia Meloni. E se il suo partito, Fratelli d’Italia, si conferma sopra il 30% nelle intenzioni di voto degli italiani, l’ultimo sondaggio realizzato da Ipsos, l’istituto diretto da Nando Pagnoncelli, per il Corriere della Sera registra gli effetti sull’opinione pubblica del momento di appannamento dell’esecutivo. L’indice di gradimento nei confronti del governo, già in flessione da fine luglio, è sceso a quota 47. Soprattutto, però, per la prima volta da quando è a Palazzo Chigi anche l’indice che riguarda la premier Meloni è andato sotto quota 50, a 49. Significa che prevalgono, seppure di poco, le opinioni negative sull’operato della presidente del Consiglio (46%) rispetto a quelle positive (44%).

Secondo Pagnoncelli, si tratta di piccoli spostamenti che però sono comunque “segnali di tendenza inequivocabili”. L’insoddisfazione nei confronti dell’esecutivo è crescente: ora il 47% degli elettori ne dà una valutazione negativa, contro il 42% di giudizi positivi. Fratelli d’Italia resta il primo partito, ma perde ancora qualche decimale e ora il suo consenso tra gli elettori è stimato al 30,2%. Una ulteriore lieve flessione che colpisce anche la Lega, ferma all’8,1% (-0,3 punti decimali). Recupera invece Forza Italia: +0,6 rispetto a luglio che la porta al 6,6%.

Le opposizione però, almeno per il momento, non sembrano beneficiare delle difficoltà del governo. Il Pd arriva al 19,5% grazie a +0,2 rispetto all’ultimo rilevamento di Ipsos, il Movimento 5 stelle resta stabile al 16,4%. Perdono invece sia Alleanza Verdi Sinistra (-0,4%), sia +Europa (-0,5%). Piccole scosse di assestamento al centro, dove Matteo Renzi ha beneficiato della recente visibilità per racimolare un +0,3% e portare la sua Italia Viva al 3,3, mentre arretra Azione di Carlo Calenda che scivola al 3,5%.

L’indice di gradimento dei leader politici segnale un altro elemento in controtendenza rispetto alle intenzioni di voto, ovvero il calo di Antonio Tajani. Secondo Pagnoncelli, il leader di Fi paga personalmente le sue critiche alla tassa sugli extraprofitti delle banche. Ora il vicepremier è a quota 31, che condivide con il leader del M5s Giuseppe Conte. Più indietro Matteo Salvini e solo in quarta posizione la segretaria del Pd Elly Schlein.

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