Se è stata una mossa ponderata o una forzatura, lo si capirà presto dalla reazione di Bruxelles. Intanto, il governo tira dritto e decide di rinviare di 13 mesi attraverso un decreto lo stop ai motori diesel Euro 5 in Piemonte, previsto per il prossimo 15 settembre. La scelta è stata presa dal Consiglio dei ministri e corregge una decisione della stessa Regione guidata dal centrodestra, presa due anni fa. Tra otto giorni sarebbe stato impossibile circolare sul territorio piemontese con veicoli motorizzati Euro 5, creando non pochi problemi a migliaia di persone che posseggono auto relativamente nuove. Così, come aveva annunciato il vicepremier Matteo Salvini aprendo la battaglia dopo le proteste di associazioni di categoria e sindaci, è arrivato l’intervento da Roma a cancellare la decisione presa da Alberto Cirio nel 2021 che aveva anticipato di due anni il momento dell’addio a quel tipo di motori.

L’intervento della giunta regionale di centrodestra era arrivato dopo una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2020 sulla qualità dell’area nel Bacino padano. Ma mentre altre regioni avevano scelto vie diverse, il Piemonte aveva deciso – secondo alcuni sindaci per semplicità – di adeguarsi alla pronuncia attraverso lo stop agli Euro 5 invece di puntare su altre fonti emissive. E per giunta il problema era rimasto sottotraccia fino a poche settimane fa.

Poi le proteste di associazioni datoriali e primi cittadini avevano fatto esplodere la questione, con il governo in imbarazzo perché la vicenda riguardava una regione amministrata dagli stessi partiti che guidano il Paese. Aveva alzato i toni Salvini, chiamando in causa l’Unione Europea e le politiche green di Bruxelles. Un cambio di obiettivo rispetto a un anno fa, quando il sindaco di Milano Beppe Sala aveva chiuso l’Area C agli Euro 5 per motivi assai simili: all’epoca il segretario della Lega, in piena campagna elettorale per le Politiche, se la prendeva con il primo cittadino. Adesso, di fronte alle manovre del governo, bisognerà capire quale sarà la reazione dell’Unione Europea, con la spada di damocle di un possibile contenzioso.

“Ci siamo riusciti ma la soluzione non era semplice e il risultato per nulla scontato”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, commentando l’approvazione del decreto che rimanda al 1 ottobre 2024 il blocco delle vetture diesel Euro 5 in 76 comuni del Piemonte. “È il risultato – aggiunge il ministro Pichetto Fratin – delle interlocuzioni avute nelle settimane scorse tra i ministeri competenti e le Regioni del bacino padano, principalmente con il Piemonte, che a seguito delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 2020 e del 2022, aveva dovuto introdurre dal prossimo 15 settembre la limitazione della circolazione dei veicoli Euro5 nei comuni con popolazione al di sopra del 10mila abitanti”.

Il decreto prevede la revisione e l’aggiornamento dei Piani sulla qualità dell’aria da parte delle Regioni che nel 2017 avevano firmato l’Accordo di Programma, al fine di riesaminare i contenuti dei provvedimenti adottati alla luce dei risultati già conseguiti di riduzione delle emissioni inquinanti. A valle di queste valutazioni, le misure di limitazione degli Euro 5 possono essere attuate esclusivamente a partire dall’1 ottobre 2024 nei comuni superiori ai 30.000 abitanti, cioè quelli ritenuti “dotati di un’adeguata rete di trasporto pubblico locale” e “dove ci sono valori inquinanti alti che possono incidere sulla tutela della salute”. Dall’1 ottobre ottobre 2025, invece, toccherà a tutti comuni previsti.

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