Il blitz delle forze dell’ordine nel Parco Verde di Caivano? Non c’è assolutamente nulla di nuovo sotto il sole. Ogni volta che accadono episodi simili, abbiamo la stretta del governo, il blitz con le forze di Polizia e gli elicotteri, ma purtroppo questi fenomeni sono sempre connessi al degrado. E se non si interviene seriamente sul degrado, è inutile che fanno questi spot con lo Stato che si costerna e si indigna per poi gettare la spugna con grande dignità, come diceva Fabrizio De Andrè in Don Raffae’“. Così, ai microfoni di Fin qui tutto bene, su Radio Cusano Campus, il magistrato Alfonso Sabella commenta il maxi blitz interforze con 400 uomini al Parco Verde di Caivano, operazione che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito “di bonifica” finalizzata a “ripristinare legalità e sicurezza” e a “far sentire forte la presenza dello Stato ai cittadini”.

Sabella aggiunge: “Quando ho lavorato al tribunale del riesame di Napoli, non c’era udienza che non avessimo per arresti in flagranza al Parco Verde di Caivano, una delle più grandi piazze di spaccio di stupefacenti a cielo aperto in Europa. E nessuno è mai intervenuto. Qualche anno fa sono accadute le tragedie di Fortuna Loffredo e di Antonio Giglio. Il problema è che noi facciamo le classiche riforme a costo zero – spiega – cioè aumentiamo le sanzioni ma non ci accorgiamo che questi minori hanno bisogno di aiuto. Non possiamo agire solo con la repressione. Lo Stato perde quando agisce solo sul piano repressivo. Noi dobbiamo prevenire questi fenomeni e invece stiamo operando come per i suicidi in carcere che avvengono ogni estate. Si dicono due parole di circostanza e poi finita la festa, gabbato lo santo”.

E ribadisce quanto affermato qualche tempo fa a In Onda: “Ultimamente sento parlare di stretta sulle armi. È da una ventina d’anni che lo dico in tutte le salse possibili e immaginabili: dobbiamo cambiare la legislazione sulle armi che risale a 50 anni fa. Però nessuno ha mai ritenuto di mettere mano. E intanto oggi sparare in aria con una 44 Magnum in Piazza del Popolo viene punito con un’ammenda massima di 103 euro. Se invece partecipo a un rave party, mi becco minimo 3 anni. Un altro esempio è dato dai suicidi in carcere, notizia che occupa i giornali ogni agosto. E anche qui – continua – ci costerniamo e poi gettiamo la spugna con gran dignità: si parla sempre di pacchetti svuota-carceri ma oggi abbiamo i pacchetti sicurezza. Io vorrei che ci fosse una logica, una linea sul tema giustizia e invece vedo misure che non tengono conto delle reali esigenze della giustizia e che sono talvolta inutilmente gravose, perché si limitano ad alzare le pene senza capire i danni che fanno. Occorre agire con misure strutturali serie“.

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