“Sono fatti gravissimi e vanno provati”, ma “se è vero che nei cieli italiani si è combattuta una guerra senza che nessuno degli alleati avesse informato il nostro governo, vorrebbe dire che non godevamo di una grande considerazione“. In un’intervista a Repubblica Luigi Zanda, ex capogruppo del Pd al Senato, torna sulla ricostruzione fatta da Giuliano Amato della strage di Ustica del 1980: secondo l’ex premier, l’aereo DC-9 che si spezzò precipitando nel mar Tirreno e uccidendo uccidendo 81 persone fu distrutto per errore da un missile francese, destinato a uccidere il dittatore libico Muammar Gheddafi. “Potrebbe essere”, dice Zanda, a quel tempo 38enne esponente della Dc e portavoce del presidente del Consiglio Francesco Cossiga, che tra il 1979 e il 198o, ricorda, presiedette due governi “politicamente deboli”. Fu proprio Cossiga che per primo, nel 2008, sostenne davanti ai giudici la tesi ora rilanciata da Amato: “Quando fece quella deposizione”, racconta Zanda, “pensai che in lui fosse prevalsa un’ansia liberatoria. Doveva dire quel che pensava. Immagino sia stato l’intendimento di Amato: restituire valore alla memoria, in un Paese che ne ha pochissima”.

L’ex senatore si dice “certo” che la Francia di Emmanuel Macroncollaborerà lealmente con l’Italia e risponderà in modo esauriente alle richieste, se ci saranno, da parte del governo”. E ricorda che “il recupero dell’aereo venne affidato ad una ditta legata ai servizi segreti francesi. C’era un gigantesco conflitto d’interessi eppure il magistrato procedette lo stesso con l’incarico. Possibile che nessuno lo avesse avvertito?”. Il governo di Parigi, peraltro, non ha mai smentito la ricostruzione secondo cui il DC-9 è stato abbattuto da un missile, e “nel linguaggio diplomatico tra gli Stati non smentire un’affermazione grave è cosa molto vicina a un’ammissione“. Zanda si dice invece scettico sull’affermazione di Amato secondo cui fu Bettino Craxi ad avvertire il dittatore libico del piano per ucciderlo, permettendogli di scampare all’attentato: “Cossiga disse ai magistrati d’aver saputo che per ben due volte i servizi segreti avvisarono Gheddafi. Penso che queste sono azioni tipiche da intelligence”.

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