“Ingoio tutto”, “escile”, “tutta bagnata”. Alla festa della cittadina ci sono un centinaio di persone: tanti giovani, qualche adulto, decine di minorenni. Parte il dj set, si beve; a un certo punto le ragazze vengono invitate ad attaccare sulle proprie magliette (ma anche sui pantaloni, all’altezza dei glutei) una serie di adesivi sui quali campeggiano frasi a sfondo sessuale unite ad altre legate alla sfera della violenza di genere, come “ubriaca a merda” (e dunque alla cultura dello stupro). È successo venerdì scorso, a Racconigi, in provincia di Cuneo.

La festa dello storico Borgo Macra – quartiere per tradizione legato alla Madonna e agli artigiani, dove fino a qualche anno fa, al massimo, si partecipava all‘albero della cuccagna e alla gara di salto nei sacchi di juta – è stata patrocinata e finanziata dall’amministrazione comunale, guidata da Valerio Oderda, eletto a capo di una lista civica ma iscritto dal giorno uno a Fratelli d’Italia (e molto vicino a Guido Crosetto). Non è chiaro se alla serata – in cui sono comparsi anche cerchietti a forma di peni, fatti indossare, anche qui, alle ragazze – fossero presenti assessori e sindaco (il primo cittadino compare in una foto pubblicata da un giornale locale, sotto l’eloquente titolo “Neanche la pioggia li fermò”, ma non è chiaro se fosse presente il venerdì o in uno dei due giorni successivi). “Non ne so nulla – ha detto a ilFattoQuotidiano.it l’assessora Annalisa Allasia, che non ha voluto commentare la vicenda – mi state dando voi la notizia. Io ero presente il giorno successivo, il sabato. Mi informo per capire che cosa sia successo”.

Più di una ragazza (ve n’erano alcune di 14 e 15 anni) ha manifestato in famiglia, in questi giorni, il disagio provato durante la serata. C’è chi ha rifiutato di mostrare gli adesivi sul proprio corpo, ma c’è anche chi, spinta dall’eventuale stigma che avrebbe comportato un “no”, ha accettato. E così a Racconigi si sta iniziando a parlare di quanto accaduto venerdì scorso. Anche ai ragazzi sono stati consegnati gli adesivi, ma la maggior parte veicolava messaggi di potere, come “sono un toro”, “duro”, “voglio una milf”, o di eteronormatività, come “malato di patata”. Alla festa, organizzata, tra gli altri, da una radio locale (Radio Gran Paradiso), c’erano anche alcuni insegnanti.

In serata è arrivato il comunicato del Comune di Racconigi, che prende le distanze “nel modo più totale e assoluto dagli adesivi riportanti parole ed epiteti di pessimo gusto”. Per quanto riguarda il patrocinio e il finanziamento alla festa, che viene definito “piccolo”, “si precisa che nessuna bozza di questi adesivi è stata mai preventivamente condivisa dal comitato con gli uffici comunali né con qualsiasi amministratore“. E ancora: “Contattato immediatamente in queste ore per chiedere conto di quanto avvenuto, anche il comitato organizzatore assicura come non fosse in alcun modo a conoscenza dei già citati adesivi, stampati e portati alla festa in modo del tutto autonomo dalla radio locale alla quale era stata affidata l’animazione della serata”. Poi la precisazione sulla presenza di sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza: “Alcuni amministratori, fra i quali sindaco, vicesindaco e consiglieri, sono sì passati anche il venerdì sera (come in tutte le altre sere e come accade per tutte le manifestazioni cittadine) a salutare i presenti alla festa del Borgo Macra, ma la maggior parte degli amministratori è rimasta all’esterno della tensostruttura ed è andata via dopo pochissimo tempo, e nessuno di loro ha comunque partecipato in modo attivo e continuo alla serata danzante, senza dunque potersi accorgere degli adesivi che sarebbero stati distribuiti ai ragazzi nelle ultime fasi della festa”.

“Nessuno di noi sapeva in precedenza, né si è accorto durante la serata, di questi adesivi a dir poco indecorosi – ha affermato il vicesindaco Alessandro Tribaudino – che sappiamo ora esser stati distribuiti verso la fine dell’evento: in caso contrario saremmo immediatamente intervenuti per fermare la festa. È stata una pessima, ma del tutto autonoma, iniziativa di chi aveva la responsabilità dell’animazione, una radio locale. Auspichiamo che in futuro anche i comitati organizzatori pongano maggior cura nella scelta dei collaboratori per le loro feste, ma sia ben chiaro che non accettiamo oggi, e non accetteremo mai, l’idea che i nostri giovani si divertano con atteggiamenti che inneggiano alla violenza o a comportamenti sessisti”.

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