Sceglievano le loro vittime con cura: donne sole e facoltose, affette da patologie o deficit psichici, da circuire per prosciugarne gli averi. I tre, sospettati di una serie di raggiri messi in campo a Busto Arsizio, provincia di Varese, sono stati arrestati dagli agenti della Guardia di finanza, i quali hanno contestualmente eseguito il sequestro di parte dei fondi sottratti alle donne. Le indagini su Gioachino Fea, 53enne di Varese, Andrea Luraschi, 34enne di Venegono Superiore (Varese) e Giuseppe Santuccione, 46 anni di Cepagatti (Pescara), sono partite in seguito alla segnalazione di un’operazione bancaria risultata sospetta in relazione alle norme antiriciclaggio.

In totale, secondo l’inchiesta condotta dalla procura, sarebbero riusciti a impossessarsi di 1,2 milioni di euro. Congelata tramite il meccanismo dell’antiriciclaggio anche una una polizza sulla vita dal valore di 300mila euro che i tre stavano per incassare da una donna già derubata di 200mila euro. Gli indagati manipolavano le loro vittime e le minacciavano affinché non collaborassero con le forze dell’ordine durante le prime fasi delle indagini.

In un caso, scoperto tramite l’intercettazione telefonica di uno di loro, una donna è stata “tenuta in vita” con interventi farmacologici d’urgenza quali iniezioni direttamente in vena di broncodilatatori eseguite da uno degli indagati di professione infermiere, tutto per non perdere la “fonte di guadagno” che l’anziana donna rappresentava. L’infermiere si vantava con i complici dell'”impegno spasmodico” in cui si prodigava per evitarne il decesso.

Un’altra delle vittime era stata convinta a cedere l’intero patrimonio ereditato dai genitori tra cui appartamenti in note località di villeggiatura italiane, uno a Forte dei Marmi del valore di 450mila euro. Ma non solo: parte della sua pensione di invalidità era trattenuta da uno degli indagati fino a costringere la donna ad uno stato di indigenza che l’aveva costretta a vivere in una casa messa a disposizione dei servizi sociali.

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