La scienza progredisce per prove ed errori. Esiste un consenso unanime su fatti acclarati, una base conoscitiva condivisa da tutta la comunità scientifica, mentre le avanguardie scientifiche si addentrano in territori inesplorati di cui conosciamo poco. I risultati di queste ricerche sono spesso in contrasto con quel che già sappiamo e, magari, costringono a rivedere persino cose che un tempo si davano per scontate. Un esempio? Quando ho fatto l’università, nei primi anni settanta, il pH (la misura di acidità) dell’acqua di mare era considerato talmente costante da renderne superflua la misurazione. Poi ci siamo accorti dell’acidificazione.

Lo stesso vale per il cambiamento climatico. In un primo tempo si pensò che le anomalie fossero solo frutto della nostra percezione. Man mano che le tendenze divennero sempre più evidenti, i climatologi iniziarono a dire che forse c’era da preoccuparsi, e dopo qualche anno il cambiamento fu così evidente da fugare ogni cautela: il clima non sta cambiando, è già cambiato! Con una chiara tendenza verso l’estremizzazione dei fenomeni. Lo stiamo vivendo ora: dopo un periodo di caldo mai visto prima, ecco che arrivano le tempeste e le inondazioni. Ce ne sono state in passato, dal Polesine, a Firenze e poi Genova e molte altre, ma ora la frequenza di questi fenomeni è in continuo aumento, e non si può più parlare di semplici fluttuazioni. La totalità degli scienziati del clima è d’accordo, ma altri negano l’eccezionalità della situazione.

Quando sento citare questi scettici la mia reazione è: se sono così sicuri perché non scrivono articoli e li mandano a riviste scientifiche con una solidissima reputazione sul clima? Uno di questi scienziati scettici è Franco Prodi, fratello ormai altrettanto famoso di Romano Prodi, quello che ha privatizzato le autostrade dandole in concessione ai Benetton (con ottimi esiti, a quanto pare). Prodi ha pubblicato un articolo sulla rivista scientifica European Physical Journal, dove nelle conclusioni si legge: “Lasciare il testimone ai nostri figli senza caricarli dell’ansia di trovarsi in un’emergenza climatica consentirebbe loro di affrontare le diverse problematiche in atto (energetica, agroalimentare, sanitaria, ecc.) con uno spirito più obiettivo e costruttivo, per arrivare ad una valutazione ponderata delle azioni da intraprendere senza disperdere le limitate risorse a nostra disposizione in soluzioni costose e inefficaci”.

Traduco: gli allarmi sul clima alimentano l’ansia e non sono obiettivi e costruttivi, meglio lasciar perdere e non dedicare le limitate risorse per attuare soluzioni fasulle. Ci penserà chi verrà dopo di noi. I quattro fisici italiani che firmano l’articolo diventano gli eroi del negazionismo. Vedete? Non tutti gli scienziati sono d’accordo e questi sono fior di scienziati! L’articolo smonta il mio argomento preferito: “perché Prodi non manda le sue visioni a una rivista scientifica seria?”. L’European Physical Journal non è specializzato in climatologia ma è pur sempre una rivista seria. Tanto seria che ci ha ripensato e il comitato di redazione comunica: “La redazione ha ritirato questo articolo. Sono stati sollevati dubbi riguardo alla selezione dei dati, all’analisi e alle conclusioni dell’articolo. Gli autori sono stati invitati a presentare un addendum, ma l’esame dei dubbi successivi alla pubblicazione dell’articolo e all’addendum presentato ha portato alla conclusione che l’addendum non era pubblicabile e che le conclusioni dell’articolo non siano supportate da prove o dati disponibili forniti dagli autori. Alla luce di questi dubbi e in base dell’esito della revisione post pubblicazione, i redattori non hanno più fiducia nei risultati e nelle conclusioni riportati in questo articolo”.

La figuraccia è di portata internazionale, come testimoniato dal Guardian. Prodi e compari non sono avanguardie che si spingono in territori inesplorati, sono retroguardie che negano i risultati dei colleghi senza opporvi evidenze in grado di reggere il vaglio critico di revisori esperti che fungono da giudici nel caso di contese.

Non riesco a spiegarmi cosa spinga queste persone verso figuracce che ne minano la reputazione: forse l’invidia per il riconoscimento che alcuni temi sono più rilevanti di altri? I quattro autori sono specializzati in discipline che non rientrano nell’ambito della climatologia. Uno è un fisico nucleare, l’altro è un meteorologo agrario e gli altri due, tra cui Prodi, sono fisici dell’atmosfera. Non studiano il clima. E’ un po’ come se un’equipe di proctologi si mettesse a discettare di ginecologia. I semplici, che non conoscono le differenze tra le discipline, potrebbero essere indotti a pensare che i proctologi siano ben titolati a parlare di ginecologia, contraddicendo i ginecologi: non lo sono! Non credo che questo smorzerà le convinzioni dei negazionisti, ma una torta in faccia ha un effetto liberatorio, soprattutto se, come in questo caso, è confezionata con le produzioni che fuoriescono dallo sfintere studiato proprio dai proctologi! Sembra cioccolata, ma…

Il Guardian ha contattato l’autore corrispondente per avere un commento, senza ricevere risposta.

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