Il governo danese ha annunciato un disegno di legge per vietare la profanazione di testi sacri e simboli religiosi, in seguito a una serie di manifestazioni in cui alcuni attivisti hanno dato alle fiamme copie del Corano. Le ragioni del divieto riguardano questioni di sicurezza nazionale e di carattere diplomatico, ma non mancano i dissensi all’interno del Paese: destra nazionalista, centro-destra e liberali hanno annunciato il lancio di un referendum contro le nuove norme: “Può non piacere il metodo in sé (bruciare un Corano), ma si tratta di una delle libertà fondamentali”, sostengono. I membri del governo difendono la necessità della legge. “Non possiamo continuare a restare a braccia incrociate mentre diversi individui fanno tutto il possibile per provocare reazioni violente”, ha dichiarato ai giornalisti il ministro della Giustizia Peter Hummelgaard, definendo il gesto “un atto sprezzante” che “danneggia la Danimarca e gli interessi danesi” e spiegando che le nuove misure prevedranno pene detentive fino a due anni, oltre a multe pecuniarie.

Lars Løkke Rasmussen, ministro degli Esteri, ha posto l’accento sui rischi rappresentati dalla minaccia del terrorismo. Si tratta di un “segnale politico importante” per il mondo intero, ha evidenziato, in ragione delle reazioni giunte da parte di vari Paesi musulmani dopo i recenti roghi del libro sacro in Danimarca e in Svezia. A partire dall’Iran, che ha fatto sapere come “il mondo islamico non tollererà la continua mancanza di rispetto del sacro Corano”, e dal Pakistan, che ha chiesto l’apertura di un dibattito Onu sulla quesitone. Simili reazioni critiche sono arrivate anche dall’Algeria – che ha convocato gli ambasciatori danese e svedese – così come da Ankara, che ha legato il tema al veto sull’ammissione della Svezia alla Nato. Stoccolma, peraltro, da neanche due settimane ha innalzato il livello di allerta terrorismo da 3 a 4, appena sotto quello di rischio. Dure anche le posizioni di Egitto, Kuwait, Siria, Libano ed Emirati Arabi, mentre il Rappresentante dell’Unione europea per la Politica Estera Josep Borrell ha ribadito il “forte e deciso rifiuto di qualsiasi forma di incitamento all’odio religioso e all’intolleranza” da parte dell’Ue.

Il testo di legge dovrebbe essere presentato al Parlamento danese a settembre, e sarà collocato nel capitolo 12 del codice penale, riguardante la sicurezza nazionale. Le misure saranno simili a quelle che puniscono il vilipendio alla bandiera, spiegano da Copenaghen, e verranno applicate anche contro le profanazioni della Bibbia, della Torah o di altri simboli religiosi come il crocifisso.

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