In Liguria la disabilità è una questione spinosa. Non tanto e non soltanto per le barriere architettoniche, che in un territorio dagli spazi stretti e tortuosi come quello della Regione di Genova sono dietro ogni angolo. A essere tristemente noti, per esempio, ci sono i tempi di attesa che i disabili di ogni età devono sopportare per vedersi riconosciuta la propria invalidità: in media più del doppio del termine di legge di sei mesi, protestava nei mesi scorsi l’Amnic, l’associazione nazionale mutilati e invalidi civili, che un anno fa aveva chiesto all’Inps di attivare il silenzio assenso per le pratiche che superano i 210 giorni di giacenza.

Le conseguenze sono devastanti, sia che gli interessati siano bambini sia che siano anziani. Questi ultimi, infatti, quando arrivano alla certificazione dell’invalidità sono nella maggior parte dei casi arrivati alla non autosufficienza totale e si trovano con un improrogabile e urgente bisogno di assistenza 24 ore su 24. Oltre che per ricevere l’assegno di accompagnamento, la certificazione dell’invalidità serve a entrare nelle liste d’attesa per avere un’assistenza a carico del Servizio Sanitario. Con il tempo che stringe, data l’età e lo stato di salute. Lo stesso vale per i bambini che rischiano, come è successo e succede, di ritardare troppo l’accesso a cure altrimenti costosissime, ma fondamentali per contenere gli effetti di alcune patologie. Ma anche di non avere diritto all’insegnante di sostegno. E così chi ha una famiglia che se lo può permettere riesce a beneficiare delle terapie in tempo utile per migliorare una condizione di partenza che è già peggiore di quella dei coetanei. Gli altri si devono arrangiare.

Ne sa qualcosa Marco Macrì, pompiere genovese padre di un bambino disabile che da anni mette il dito nella piaga di questa situazione approfittando di incontri pubblici e comizi politici, bussando a ogni porta e portone. Anche quello della Corte dei Conti ligure a cui, nel 2022, ha presentato un esposto per denunciare i tempi di attesa abnormi (oltre 36 mesi) per l’erogazione delle terapie riabilitative dei bambini liguri, oltre duemila dei quali erano senza terapia. Non solo. Nell’esposto si parla del fatto che “i bimbi dovrebbero essere presi in carico nella fascia di età 0/6, mentre ad oggi l’età media in cui sono inseriti nelle liste d’attesa è di 7/8 anni. Si ritiene opportuno sottolineare che la Regione Liguria deve all’ente erogatore dei servizi ai bimbi disabili (privato accreditato) una somma che si aggira intorno ai 5 milioni di euro (Sentenza n. 00673-2020 e n. 863-2019)”. E ancora che “in commissione bilancio dicembre 2021 il Governatore Toti e la giunta hanno bocciato un emendamento di 5 milioni di euro per cancellare il debito suddetto che avrebbe portato ad oggi 980 bimbi a terapia dimezzando la coda e i tempi di attesa”.

Nella stessa commissione e nella stessa data, recita ancora l’esposto, “veniva però portato da 2 a 7 milioni l’importo per le spese di comunicazione della Regione e anche sovvenzionate le squadre di calcio liguri Sampdoria, Genoa, Spezia con 1 milione di euro per scrivere sulle maglie ufficiali “La mia Liguria”; inoltre venivano anche sovvenzionati: Primocanale con 158.000 euro e lo spot pubblicitario per il turismo in Liguria dell’attrice Canalis per 250.000 euro”. La denuncia parla anche di ritardi negli accertamenti dell’invalidità “fuori dai termini di legge” e con “un danno di inclusione scolastica e di supporto economico alle famiglie” e del fatto che “i ragazzi maggiorenni disabili gravi non posso accedere all’ospedale (pediatrico, ndr) Gaslini per ragioni di età, senza considerare che in realtà sono soggetti che devono necessariamente accedere ad un nosocomio pediatrico. Infatti sebbene maggiorenni, il loro è un corpo a causa della disabilità, è da bambino e non possono ricevere le opportune cure negli ospedali per adulti”.

Secondo i calcoli della super Asl ligure Alisa, nella sola area di Genova (Asl3) “in media, considerato il caso in cui l’utente invii in tempi brevi la documentazione completa ai nostri Uffici, è possibile stimare un tempo di attesa per la valutazione della Commissione Invalidi di circa 5 mesi dalla data di presentazione della domanda. Sono escluse quelle relative ai minori e L.80/06 soggetti con patologie oncologiche i cui tempi sono ridotti”. A inizio agosto, fanno ancora sapere da Alisa, “le Commissioni stanno valutando anche richieste del mese di febbraio/marzo 2023” e “nel primo trimestre 2023 sono state definite dalle Commissioni Invalidi Asl3 n. 9.752 pratiche e che da INPS, nello stesso trimestre, sono pervenute 9.348 nuove pratiche”. A livello regionale, però, la media è decisamente peggiore. Secondo i dati forniti a ilfattoquotidiano.it dall’Inps la media di evasione delle pratiche nel 2022 è stata di oltre 6 mesi, mentre il parziale del 2023 parla di un’attesa di 6,7 mesi.

Quando ai minori, “dopo la pandemia, si è rilevato a livello nazionale un incremento dei disturbi neuropsichiatrici con un costante aumento della domanda anche nella nostra regione che ha portato inevitabilmente ad alimentare il numero degli inserimenti in lista d’attesa riabilitativa. L’incremento della domanda in Liguria è confermato dal contestuale aumento delle prime visite che è passato da 2.313 del 2020 a 5571 nel 2022″, replica ancora Alisa a ilfattoquotidiano.it. “In base all’ultima rilevazione sono in lista d’attesa 1.735 minori con disturbi neuropsichiatrici. Il numero è cresciuto durante il periodo pandemico e il recupero delle liste d’attesa, che è stato avviato, procede gradualmente per via della difficoltà ad individuare alcune figure professionali – sostiene ancora la super Asl ligure -. Le assunzioni dell’ultimo anno hanno l’obiettivo di contrarre significativamente queste liste d’attesa, anche grazie agli stanziamenti straordinari di Regione Liguria che ammontano a 4,7 milioni di euro, destinati ai centri ambulatoriali riabilitativi liguri”. Intanto però le famiglie in attesa si arrangiano e/o si indebitano per non far mancare le terapie essenziali ai propri figli. Quando va bene. Quando va male, i bambini semplicemente non fanno alcuna terapia.

D’altro canto, anche il consigliere Regionale di opposizione Ferruccio Sansa nelle scorse settimane ha parlato, rivolgendosi al governatore Giovanni Toti, di un “bilancio del vostro potere, i fiumi di denaro utilizzato per consolidare il vostro potere. Esiste un bilancio in cui le partecipate della Regione e del Comune spendono milioni per pubblicità e contratti con gli organi di informazione. Esiste un bilancio in cui gli eventi e le iniziative della Regione e del Comune di Genova vengono sponsorizzati da imprese e società che hanno già finanziato le vostre campagne elettorali. Esistono infine fiumi di denaro che da chi ha finanziato le vostre iniziative politiche vanno ad alcuni organi di stampa a voi vicini. Noi su questo bilancio di potere chiediamo, pretendiamo oggi chiarezza. E a settembre arriveremo a chiedere che si tenga un Consiglio Regionale straordinario per avere finalmente risposte. Se non avete nulla da nascondere, perché non rispondete?”.

È arrivata prima la risposta della Corte dei conti, che già in sede di parificazione del bilancio regionale aveva evidenziato “la necessità di un deciso cambio di passo nella erogazione di servizi fondamentali per la salute della collettività”, sottolineando tra il resto i pesanti costi per le casse regionali per le fughe dei pazienti verso territori confinanti. Nelle scorse settimane, poi, la magistratura contabile regionale ha pubblicato una deliberazione in relazione all’esposto di Macrì, con la quale prende atto, ridimensionandole, delle giustificazioni della super Asl ligure e “invita A.Li.Sa. e la Regione Liguria, nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali, a proseguire nelle azioni tese all’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo (integranti, ai sensi dell’art. 25 del Dpcm 12 gennaio 2017, un livello essenziale di assistenza da garantire a tutta la popolazione del territorio), nel rispetto dei tempi massimi prescritti, per classe di priorità, dal Piano nazionale per il governo dei tempi di attesa”. La magistratura contabile ligure, inoltre, ricorda come in base alla sentenza 169/2017 della Corte Costituzionale, “le regioni, a loro volta, devono collaborare nella separazione del fabbisogno finanziario destinato a spese incomprimibili da quello afferente ad altri servizi, suscettibili di un giudizio in termini di sostenibilità finanziaria. Pertanto, ferma restando la discrezionalità politica del legislatore nella determinazione, secondo canoni di ragionevolezza, dei livelli essenziali, una volta che questi siano stati correttamente individuati, non è possibile limitarne concretamente l’erogazione attraverso indifferenziate riduzioni della spesa pubblica, in quanto l’effettività del diritto non può che derivare dalla certezza delle disponibilità finanziarie per il suo soddisfacimento”.

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