Una ricerca scientifica condotta da un team di scienziati provenienti da Canada, Regno Unito e Paesi Bassi ha dimostrato che la crisi climatica ha raddoppiato la probabilità di sviluppo di incendi senza precedenti sul territorio canadese, e che gli stessi hanno visto la loro intensità aumentare almeno del 20% sempre a causa della crisi climatica. È quanto riporta il Guardian che, citando lo studio scientifico pubblicato dal gruppo World Weather Attribution, chiarisce le cause di quella che è stata la più grande e devastante stagione di incendi mai registrata in Canada con circa 14 milioni di ettari bruciati, corrispondenti ad un’area grande quanto la Grecia, e causando più di 12 morti e migliaia di evacuazioni. Le colonne di fumo tossico causate da questi incendi hanno raggiunto perfino la Norvegia e reso l’aria di New York la peggiore del mondo durante il mese di giugno, rendendo il cielo di fatto arancione.

Per giungere a queste conclusioni, gli scienziati hanno analizzato le condizioni che hanno alimentato e favorito gli incendi nella provincia canadese del Quebec tra maggio e luglio, aggiungendo che esse saranno da ritenersi sempre più comuni nei prossimi anni e genereranno sempre maggiori incendi. “Da un punto di vista scientifico, il raddoppio del precedente record di aree bruciate è scioccante. Il cambiamento climatico sta aumentando notevolmente l’infiammabilità del combustibile disponibile per gli incendi: ciò significa che una singola scintilla, indipendentemente dalla sua fonte, può rapidamente trasformarsi in un inferno ardente” ha affermato Yan Boulanger, ricercatore presso Natural Resources Canada e parte del gruppo di ricerca che ha lavorato allo studio.

La conclusione fondamentale raggiunta dallo studio ha permesso agli scienziati di affermare che anche se il cambiamento climatico in sé non innesca enormi incendi boschivi, esso contribuisce comunque a prepararne il terreno seccando la vegetazione che diventa facile combustibile per le fiamme. Philippe Gachon, ricercatore presso l’Università del Québec a Montréal, ha spiegato poi che tradizionalmente gli incendi in Canada era fortemente limitati dall’ampia copertura nevosa presente in diversi territori del paese, ma la scomparsa precoce della neve nel mese di maggio ha reso più intensi e probabili gli incendi nella zona del Quebec orientale.

“L’aumento delle temperature sta creando condizioni simili a una polveriera nelle foreste del Canada e di tutto il mondo”, ha dichiarato Friederike Otto, scienziata del clima presso l’Imperial College di Londra. “Finché non smetteremo di bruciare combustibili fossili, il numero di incendi continuerà ad aumentare, bruciando aree più grandi per periodi di tempo più lunghi” ha poi concluso commentando lo studio sugli incendi canadesi.

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