I sette bambini, di età compresa tra 11 e 15 anni, e il l’insegnante che erano rimasti bloccati a 300 metri d’altezza in una funivia in Pakistan sono stati tratti in salvo. Sospesi nel vuoto per 16 ore in una cabina pericolante dopo la rottura di uno dei due cavi della struttura, gli otto sono stati riportati a terra grazie all’intervento dell’aeronautica e dell’esercito. Il gruppo si stava recando a scuola quando il mezzo si è bloccato, intorno alle 7 ora locale, le 4 di stanotte in Italia. Quella in cui è avvenuto l’incidente è una zona isolata: la funivia stava attraversando il canyon di un fiume nel distretto di Battagram, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, a circa 200 chilometri da Islamabad. Gli abitanti dei villaggi usano questo mezzo per raggiungere scuole, uffici governativi e aziende, ma le vetture sono spesso sottoposte a scarsa manutenzione e ogni anno si verificano incidenti con vittime.

Tutto il Paese ha seguito con apprensione i tentativi di salvataggio. Il primo intervento è avvenuto grazie a una “operazione con l’imbracatura”: l’esercito ha provato a calarsi dagli elicotteri con delle corde, ma il vento creato dalle pale degli elicotteri rischiava di indebolire ulteriormente l’unico cavo al quale è attaccata la funivia. Il secondo intervento, invece, è avvenuto attraverso delle operazioni da terra: i soccorritori si sono serviti di una una teleferica parallela per raggiungere la cabina sospesa.

I pakistani si sono affollati intorno ai televisori in uffici, negozi, ristoranti e ospedali, mentre i parenti dei bloccati hanno pregato guardando con ansia lo svolgersi delle operazioni. “Sono felice che grazie agli sforzi del nostro esercito, dell’aeronautica, delle organizzazioni di soccorso, dell’amministrazione distrettuale e di altri, gli studenti bloccati abbiano iniziato a tornare a terra sani e salvi”, ha dichiarato il primo ministro pakistano ad interim Anwaar-ul-Haq Kakar, quando iniziavano ad arrivare le prime notizie dei salvataggi.

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