Laura Ann Carleton, la proprietaria 66enne di un negozio di abbigliamento “etico” in California è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco da un uomo infastidito dalla bandiera Lgbtq+ esposta fuori dall’attività commerciale. “Ha fatto diverse osservazioni denigratorie sulla bandiera arcobaleno che si trovava fuori dal negozio di abbigliamento della donna prima di sparare a Carleton”, hanno dichiarato i funzionari dell’ufficio dello sceriffo di Cedar Glen, località nei pressi delle montagne di San Bernardino. Dopo aver sparato l’uomo è fuggito ma è stato individuato dagli agenti di polizia, che lo hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco al termine di uno scontro.

L’omicidio avviene circa un mese dopo la pubblicazione di un report redatto dall’Anti-Defamation League e il gruppo di difesa “LGBTQ Glaad” che indica un recente aumento di molestie, atti di vandalismo o aggressioni anti-LGBT negli Stati Uniti. La donna lascia il marito e nove figli, tra i quali la 28enne Ari Carleton, che in un’intervista al New York Times ha parlato di sua madre come “un pilastro della comunità”, più volte prodigatasi nell’aiutare agli altri nei momenti di bisogno. Come quando, racconta la giovane, nel corso di una bufera di neve ha trasformato il negozio in un centro di primo soccorso. La signora Carleton “predicava amore, accettazione e uguaglianza”, ha proseguito la figlia, “e questi valori si riflettevano nel suo negozio, “Mag.Pi”, dove portava una collezione di abiti curati personalmente, di alta qualità e di provenienza etica, e talvolta i suoi disegni”. Il negozio era elencato come “alleato commerciale” da parte della comunità Lgbtq+ Lake Arrowhead, che annuncia ora l’organizzazione di una veglia di commemorazione per la donna.

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