L’Ecuador, segnato dalle violenze delle gang criminali, va al voto. Le consultazioni del 20 agosto, che si sarebbero dovute svolgere tra diciotto mesi, sono state anticipate dal Presidente uscente Guillermo Lasso dopo che il Parlamento aveva avviato la procedura di impeachment nei suoi confronti. Lasso, membro del partito di centrodestra Creando Opportunità, non ha mai potuto contare su una maggioranza parlamentare dato che l’Assemblea legislativa è dominata dai partiti progressisti. Le difficoltà di governo lo hanno spinto a ricorrere alla muerte cruzada, una prerogativa che consente al Presidente di sciogliere il Parlamento in cambio delle dimissioni. Le consultazioni determineranno chi completerà il mandato del Presidente e del Parlamento uscenti e si svolgeranno, poi, nuove elezioni nel 2025. L’Ecuador è una repubblica presidenziale ed il Capo di Stato, eletto al ballottaggio qualora nessuno raggiunga il 50 per cento dei voti al primo turno, gode di ampi poteri.

Lasso, impopolare a causa della pessima gestione della pandemia e della precaria situazione del Paese, ha scelto di non ricandidarsi. La campagna elettorale è stata invece macchiata dall’omicidio del giornalista ed attivista anti corruzione Fernando Villavicencio, candidato alle presidenziali e dato al secondo o terzo posto nei sondaggi, ucciso durante un comizio che si stata svolgendo nella capitale Quito. Le indagini sul suo omicidio hanno portato all’arresto di sei cittadini colombiani appartenenti a gruppi criminali ma non è ancora stato chiarito il movente dell’assassinio. Questo tragico evento potrebbe avere conseguenze sulle dinamiche elettorali ecuadoregne.

Le rilevazioni demoscopiche, come riportato dall’Ispi, chiariscono che più della metà degli ecuadoregni ritiene che la sicurezza sarà il problema principale che il nuovo governo dovrà affrontare. Le cause della violenza dilagante sono legate, secondo molti cittadini ed osservatori, alle lotte per il traffico di droga ed ai problemi economici che hanno portato ad un tasso di disoccupazione molto alto. I cartelli messicani e colombiani, come segnalato dalla BBC, sono penetrati all’interno del tessuto criminale ecuadoregno per creare nuove rotte di esportazione della droga diretta verso l’America Settentrionale e l’Europa. Le gang hanno tratto vantaggio dalla corruzione presente nel Paese andino e dalla debolezza delle forze di polizia per dare vita ad una spirale di violenza. Nei primi sei mesi del 2023 si sono verificate 3568 morti violente, in aumento del 70 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022 mentre il tasso di omicidi è cresciuto del 500 per cento negli ultimi sette anni.

I candidati – I sondaggi più recenti, incluso uno realizzato dopo l’omicidio di Villavicencio, indicano che la progressista Luisa Gonzalez (nella foto) dovrebbe imporsi al primo turno con il 25-30 per cento dei voti. La Gonzales fa parte dell’Unione per la Speranza, il partito dell’ex presidente Rafael Correa. Nel suo programma elettorale spiccano la volontà di convocare l’elezione di un’Assemblea Costituente per riscrivere il testo costituzionale, la lotta contro la povertà e le disuguaglianze ed il contrasto all’insicurezza che sta travolgendo il Paese. Nel corso di un’intervista a Telesur la Gonzalez ha chiarito che l’Ecuador ha bisogno “di una rivoluzione dei cittadini” e che, se eletta, Correa diventerà il suo “principale consulente” sui temi economici.

Tra i principali sfidanti della Gonzalez è emersa, nelle ultime settimane, la figura di Jan Topić, uomo d’affari accusato di avere un passato da mercenario e candidato per i conservatori del Partito Social-Cristiano. Topić, accreditato del 12-21 per cento dei consensi, ritiene che i politici siano corrotti ed inefficienti e si è presentato come l’unico in grado di affrontare i cartelli della droga. L’uomo d’affari intende aumentare i controlli sui confini nazionali e sulle carceri, potenziare le forze di sicurezza ed avviare un progetto per fare in modo che bambini ed adolescenti non vengano più reclutati dalle gang. Topić ha espresso ammirazione per molte politiche del Presidente salvadoregno Najib Bukele, che ha messo in atto un duro piano di sicurezza per contrastare le gang al prezzo di gravi abusi dei diritti umani.

In terza posizione, accreditato di circa il 15 per cento dei voti, c’è il giornalista Christian Zurita che è stato scelto dai centristi del Movimento Construye per sostituire Villavicencio. Zurita dovrebbe portare avanti le proposte del collega deceduto come la lotta alla corruzione, il contrasto alla violenza e la necessità di proteggere l’ambiente. Tra i candidati più importanti c’è anche l’ex vicepresidente Otto Sonnenholzner che ha sta registrando una forte crescita nei sondaggi e che, come altri, ha promesso di potenziare le forze di sicurezza e di aumentare i controlli nelle prigioni.

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