Per anni Giorgia Meloni e Matteo Salvini lo hanno urlato ai quattro venti: “Le elimineremo”. Adesso però, nonostante i costanti aumenti dei prezzi dei carburanti, il governo di destra non ha alcuna intenzione di mettere mano alle accise. Lo conferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: continua a ribadisce che “in Italia abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d’Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna” ovviamente “al netto delle tasse e delle accise“. Quindi la colpa del caro benzina è delle accise, ma non possono essere tagliate, ammette Urso: “Il taglio sulle accise costa 1 miliardo al mese. Se riproponessimo la misura fatta dal governo Draghi, dovremmo trovare in altro modo, con altre tasse, 12 miliardi di euro l’anno, ovvero più di quello che costava il Reddito di cittadinanza”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italia in un’intervista ad Agorà su Raitre.

Un ragionamento ripreso anche nell’intervista rilasciata a la Repubblica: “Il presidente Draghi – afferma Urso – prese quella decisione in un momento eccezionale. Il costo della riduzione delle accise da marzo a dicembre del 2022 è stato di oltre 9 miliardi esattamente il costo del Reddito di cittadinanza. Il governo Meloni ha preferito utilizzare quelle risorse per il taglio del cuneo fiscale, per i salari più bassi e le famiglie più numerose. E vogliamo rendere queste misure strutturali. In questo modo – prosegue il ministro – possiamo aiutare le famiglie in difficoltà alle prese con l’inflazione e per dare uno stimolo al sistema produttivo attraverso i consumi”.

Adolfo Urso tiene comunque a precisare “che da due giorni i prezzi sono sostanzialmente stabili, ma vedo che tutti i mezzi di informazione preferiscono titolare sul caso di un solo distributore sulla Milano-Varese perché propone la super a 2,7 euro“. Al momento i prezzi medi nella rete autostradale sono 2,019 euro al litro per la benzina e 1,928 euro per il gasolio. La colpa degli aumenti? “Va detto – prosegue il ministro – che i prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec+, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore”. E il ministro delle Imprese e del Made in Italy respinge anche le accuse del flop della misura del governo dell’esposizione dei prezzi medi nei distributori per contrastare il caro benzina: “Grazie al provvedimento il consumatore può fare un confronto, scegliere e risparmiare. Perché se c’è un distributore che fa pagare più di 2 euro ce ne saranno altri con un prezzo più basso”, parole di Urso.

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