Non potevano avere la percezione né erano in grado di valutare il no della ragazza, anche a causa della loro “concezione assai distorta del sesso”. Hanno già acceso la polemica, anche politica, le motivazioni con cui il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze ha assolto due giovani dall’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una 18enne. Una posizione, quella dell’assoluzione, che era stata assunta anche dal pubblico ministero al termine del processo celebrato con rito abbreviato. La sentenza era stata emessa a marzo, ma ora sono state rese note le motivazioni con cui il gup ha scagionato i due.

La donna che ha denunciato e i due coetanei erano compagni di classe e il rapporto sessuale è avvenuto nel settembre 2018, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico. Nel corso del processo è emerso che uno dei due aveva avuto in passato altri rapporti con la 19enne, anche in quel caso in presenza di altre persone. Quella sera, come ricostruito dal giudice Fabio Gugliotta nella sentenza – i due avrebbero agito “condizionati da un’inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile – si legge nelle motivazioni anticipate da Tirreno e Nazione – forse derivante da un deficit educativo e comunque frutto di una concezione assai distorta del sesso”.

Il rapporto ci fu insomma, ma i due non hanno percepito il no della ragazza. I due, aggiunge il giudice, “hanno quindi errato nel ritenere sussistente il consenso”. Tuttavia si legge nella sentenza: “Ciò hanno fatto colposamente, ponendo in essere una condotta certamente incauta, ma non con la piena consapevolezza della mancanza di consenso della ragazza o della sua preponderante alterazione psicofisica”. I tre avevano infatti assunto alcol e fumato marijuana. Si è così giunti all’assoluzione con la formula dell'”errore sul fatto che costituisce reato”. Eppure la ragazza ha raccontato di aver chiesto di smetterla e uno dei due avrebbe chiesto all’altro: “Ma questo è uno stupro”. Venendo rassicurato: “No, no tranquillo”.

Dopo la pubblicazione della sentenza, si sono fatti sentire Pd e Alleanza Verdi Sinistra. “Leggeremo con attenzione le motivazioni che hanno portato all’assoluzione dei ragazzi di Firenze dall’accusa di stupro di gruppo ma è importante ribadire che il fraintendimento del consenso non può cancellare il reato”, dice la senatrice dem Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio. “La (in)cultura dei ragazzi non può mai diventare una scusante – aggiunge – Ancora una volta si finisce per banalizzare quello che è successo”.

Duro anche il commento di Luana Zanella, capogruppo di Avs e segretaria della commissione sul femminicidio, che parla di sentenza “molto inquietante” perché “demolisce un concetto fondamentale stabilito anche dalla Convenzione di Istanbul: quando non c’è il consenso della donna l’ atto sessuale è sempre uno stupro”. La “concezione distorta del sesso non li ha indotti in errore è, secondo me, l’errore originario di questi giovani maschi e di quanti come loro ‘percepiscono’ il corpo femminile di per sé a disposizione del piacere maschile”.

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