“La destra, soprattutto ora che ha preso il potere, vuole riabilitare il suo passato eversivo“. Parola di Libero Mancuso, uno dei magistrati che portò a processo Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, i neofascisti condannati per la strage di Bologna. Dopo aver lavorato nel pool della procura di Napoli che indagava sulle Brigate rosse, Mancuso arrivò a Bologna nel 1982: in Emilia si occupò delle indagini sulla bomba alla stazione, di P2 e terrorismo. Per quelle indagini il magistrato diventò bersaglio di diffamazioni mirate a screditare il suo lavoro, ma anche di un processo disciplinare davanti al Csm.

Oggi che da destra soffia un vento di revisionismo sulla bomba di Bologna, Mancuso ha rilasciato un’intervista a La Stampa. “Si sono dati il compito di rendersi accettabili ecompatibili con i valori della Costituzione repubblicana. Ma lo sforzo è eccessivo e si risolve sempre nel tentativo di rendere accettabile il loro passato di agenti del disordine e dell’eversione”, sostiene Mancuso, rivolgendosi agli esponenti della destra. Già pubblico ministero del processo ai neri dei Nuclei armati rivoluzionari, nella sua seconda vita Mancuso è stato avvocato e assessore comunale a Bologna, quando il sindaco era Sergio Cofferati. L’intervistatore gli fa notare come all’epoca dei processi anche personalità di sinistra si pronunciarono per l’innocenza di Mambro e Fioravanti, quantomeno in termini dubitativi: cosa pensa Mancuso al riguardo? “La risposta dovrebbe darla chi all’epoca attaccava i giudici – risponde l’ex magistrato – Oggi marcano il silenzio e lasciano il posto a chi dell’eversione di destra è stato uno dei protagonisti”. Secondo Mancuso “fin quando ci sarà una parte di questo paese che, come ancora avviene, tenta di sottrarsi alle proprie responsabilità di fronte alla storia, i tentativi di oscurare la verità si potranno ripetere. Come insegna la vicenda De Angelis”. Il riferimento è al portavoce della Regione Lazio, autore di un post in cui sosteneva l’innocenza di Mambro e Fioravanti, salvo scusarsi dopo due giorni di roventi polemiche.

A proposito dell’ultima sentenza su Bologna, quella che ha condannato all’ergastolo in primo grado Paolo Bellini, Mancuso invece dice: “Ritengo che il percorso travagliato per giungere a un approdo di verità e giustizia sia oramai concluso“. Per questo motivo l’ex pm mette poi in guardia sulla possibile istituzione di una Commissione parlamentare: “La storia delle stragi che hanno insanguinato il nostro paese per decenni non può essere affidata alla faziosità di chi ha la voce più forte. La storia viene scritta dagli storici che non possono prescindere dalle verità conclamate dalle sentenze passate in giudicato”. Mancuso è anche dubbioso sugli appelli di esponenti del governo alla desecretazione di nuovi documenti. “Lo scopo è sempre il medesimo: cercare qualche appiglio da usare per ulteriori fughe dalle scomode realtà che i processi di strage nel dopoguerra hanno già acclarato”. Perché scomode? “Perché questi processi hanno attribuito regia ed esecuzioni delle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese alla destra neofascista, alla P2 e ai nostri servizi segreti che, alimentando la strategia della tensione, coltivavano i loro sconfinati poteri nel tradimento dei delicati compiti ad essi affidati”.

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