Oggi, 78 anni fa, il sole cadde sulla terra. E fu Hiroshima. E poi Nagasaki. La dissoluzione delle persone e gli effetti delle radiazioni, per anni. Un appuntamento con la morte, nonostante il divieto dell’uso di armi chimiche. La guerra contro i nazifascisti fu giusta e necessaria. Si discute se lo sterminio degli abitanti di due città di un Paese già sconfitto sia stato giusto e necessario. Si discute sull’uso dell’arma nucleare in una guerra che fu ai civili, totale e senza regole.
Comunque, nessuna rimozione è lecita, perché da Hiroshima si avviò il tempo in cui viviamo e il tabù verso il conflitto atomico. Si disse : “Mai più!”. Ma oggi di nuovo se ne parla come di verosimile possibilità, o come minaccia, o come ultima ratio. Basterebbe questo, fra l’altro, per imporre la necessità e l’urgenza di un negoziato per il conflitto russo-ucraino e dell’avvio di una riduzione degli armamenti nucleari nel mondo. Anche per questo nel giorno di Hiroshima parlare di guerra e ancor più farla è blasfemia. Anche per questo parteciperemo in massa alla grande e unitaria manifestazione del 7 ottobre per la piena attuazione della Costituzione, perché l’Italia – è bene ricordare – ripudia la guerra.