Sit-in davanti all’ospedale Sant’Anna di Torino, dove venerdì 4 agosto la Cgil ha organizzato un flash mob contro la decisione di aprire, in convenzione con la Federazione Movimento per la vita, una stanza dell’ascolto per fermare le donne che decidono di abortire: “Una stanza – si legge in una nota del sindacato – in contrasto con la legge 194 e che nega di fatto la libertà di scelta e di autodeterminazione delle donne”. Al presidio hanno partecipato decine di donne al grido di “Fuori gli antiabortisti dagli ospedali”. Tra questa anche la dottoressa Ada Ala, direttrice del reparto di Chirurgia Senologica dell’ospedale Sant’Anna, che ha definito l’istituzione della stanza “una scelta molto grave”. “Non mi piace perché come cittadina credo mi si limiti un diritto che è stato acquisito con la legge 194. Non mi piace come donna perché sono anni che si lotta come donne per l’autodeterminazione, per riuscire a essere considerate allo stesso modo di un uomo” e “ora vogliono anche impormi scelte su quello che è il mio corpo. Non mi piace che qualcuno – ha concluso – possa venire a dare dei condizionamenti, vorrei che le istituzioni aiutassero le donne che non possono sostenere la scelta di una maternità per motivi economici o culturali a essere invece madri consapevoli. Prima si curino le donne e i bambini nati e poi anche quelli che forse potrebbero nascere”
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