Trafficava tonnellate di cocaina in Italia con l’aiuto della ‘ndrangheta e il 7 luglio scorso era stato arrestato. È arrivato oggi a Roma, l’ex latitante 48 enne Bartolo Bruzzaniti catturato in Libano a luglio dalla Guardia di Finanza e dalla polizia libanese mentre si trovava all’interno di un ristorante, a Jounieh. Un arresto avvenuto grazie anche all’Aise, l’Agenzia di informazioni per la sicurezza esterna, che ha contribuito a rintracciare e identificare l’uomo. Bruzzaniti è stato estradato perché ritenuto uno dei principali broker del narcotraffico internazionale e capace di organizzare traffici, tra il Sud America e l’Italia, per oltre due tonnellate di cocaina al mese.

L’indagato è atterrato all’aeroporto di Ciampino dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, dal giudice per le indagini preliminari Giovanna Sergi nell’ambito dell’inchiesta “Tre Croci” che lo scorso ottobre aveva portato a 36 arresti facendo luce su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. Con l’arrivo di Bruzzaniti in Italia si chiude il cerchio sui quattro narcotrafficanti di livello mondiale coinvolti nell’indagine della Dda coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dai pm Domenico Cappelleri e Paola D’Ambrosio. Nella stessa inchiesta, infatti, sono coinvolti Raffaele Imperiale, oggi diventato collaboratore di giustizia, Bruno Carbone e Antonio Bruzzaniti, fratello di Bartolo. Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, manteneva i contatti con i narcos colombiani, con gli importatori calabresi e con i soggetti all’interno del porto di Gioia Tauro che avevano il compito di fare uscire la cocaina dallo scalo. Dopo la notificata dell’l’ordinanza di arresto, l’ex latitante è stato accompagnato nel carcere di Rebibbia.

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