È stato arrestato a Jounieh, in Libano, il latitante Bartolo Bruzzaniti, di 48 anni, ricercato dallo scorso ottobre per traffico di droga. L’uomo, originario di Locri, si trovava al ristorante quando la Guardia di Finanza e la polizia libanese lo hanno sorpreso e catturato perché ricercato dallo scorso ottobre, quando era sfuggito all’operazione “Tre Croci” che aveva portato a 36 arresti facendo luce su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. In quell’occasione, tra l’altro, i finanzieri avevano sequestrato oltre 4 tonnellate di cocaina, sottraendo così alla criminalità organizzata calabrese introiti stimati in 800 milioni di euro.

Assieme al fratello Antonio Bruzzaniti e al narcotrafficante campano Raffaele Imperiale, poi diventato collaboratore di giustizia, Bartolo Bruzzaniti era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Giovanna Sergi su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Giuseppe Lombardo e dei pm Domenico Cappelleri e Paola D’Ambrosio.

Il latitante catturato in Libano, stando ai magistrati, sarebbe responsabile della progettazione ed esecuzione di un vastissimo traffico di cocaina dal Sudamerica alla Calabria, consistente in periodiche e imponenti importazioni di oltre 2 tonnellate ciascuna. In particolare, Bartolo Bruzzaniti manteneva i contatti con i narcos colombiani, con gli importatori calabresi e con i soggetti all’interno del porto di Gioia Tauro che avevano il compito di fare uscire la cocaina dallo scalo.

La sua cattura arriva al termine delle indagini condotte dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia che, in questi mesi, è stata supportata da istituzioni e agenzie europee e internazionali impegnate nel contrasto dei crimini transnazionali, nell’ambito del progetto I-can.

Da tempo gli inquirenti avevano avuto la certezza che il latitante, nei confronti del quale era stato diffuso un mandato di cattura internazionale, si spostava tra la Costa D’Avorio e il Libano. Grazie al supporto dei servizi segreti e dello Scico, il Gico di Reggio Calabria ha avviato una proficua cooperazione internazionale di polizia che si è conclusa nelle ultime ore con l’intervento dell’Internal Security Forces libanese che ha localizzato e arrestato Bruzzaniti a Jounieh.

Gli investigatori non hanno dubbi che si tratta di un broker di livello internazionale che considerava i porti del Sudamerica utilizzati per far partire la cocaina verso l’Europa come “casa nostra”. Il riferimento, in particolare, era al porto di Turbo. “Meglio di tutti gli altri” aveva scritto Bartolo Bruzzaniti in una chat intercettata dalla Guardia di Finanza. “Noi lì stiamo con chi gestisce tutto, merce, partenze – sono le sue parole – E sono amici da 25 anni. Campa con gente apposto da lì non partono 500/1.000 dovete parlare di 2mila in su”. Ovviamente sono i chili di cocaina che il broker calabrese voleva fare arrivare in Italia.

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