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Ultimo aggiornamento: 12:18 del 3 Agosto 2023

Conte alla maggioranza: “Avete detto no al salario minimo ma sì al salario ricco, quello dei parlamentari. Da Meloni solo parole”

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“Mentre aumentano mutui, benzina e carrello della spesa ci sono persone che lavorano dalla mattina alla sera per 4-5 euro lordi l’ora. In queste settimane si è fatto anche un gran parlare dell’apertura al dialogo da parte della presidente Meloni, sono rimaste solo parole”, così il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, parlando in Aula alla Camera sulla sospensiva sulla proposta di legge sul salario minimo. Sottolineando alcune affermazioni “sconcertanti” dei ministri, Conte evidenzia: “Abbiamo sentito ripetere dalla maggioranza, ‘no al salario minimo’ e ‘sì al salario ricco’. Non avevo capito poi ci avete chiarito. Oggi sul salario minimo legale rimandate a dopo l’estate sperando che gli italiani se ne dimentichino, ma il salario ricco è quello che avete riservato ai parlamentari e agli ex parlamentari. È un pacchetto no ricco, ricchissimo. In piena estate sono stati ripristinati i vitalizi al senato e un ordine del giorno apre la strada a un possibile aumento degli stipendi dei deputati. Quindi, no al salario minimo per i cittadini sottopagati e sì agli stipendi massimi per i politici? È così che interpretate il mandato che vi hanno conferito gli elettori? Non ve lo permetteremo”.

Per il leader pentastellato, però, “resta un mistero” il vero pensiero di Meloni. “Davvero siete convinti che fissare un salario minimo possa far abbassare gli stipendi? Davvero volete creare confusione dicendo che compromette la contrattazione collettiva? Se la presidente Meloni intende questo non ha letto una riga della nostra proposta”, specifica, facendo un esempio di cosa avverrebbe se la proposta fosse accettata. E concludendo: “Non vi ripresentate a ottobre con proposte furbe dirette a spaccare i lavoratori sottopagati. Meloni ha dimostrato di non ricordare il significato del tricolore. Speriamo rilegga il principio dell’art. 36 che garantisce al lavoratore una esistenza libera e dignitosa”.

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