A poche ore dalla riunione della Commissione Lavoro della Camera, il dibattito sul salario minimo subisce un’accelerazione. Il presidente di Commissione Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia rilancia la sua proposta: la maggioranza non voterà l’emendamento soppressivo (che comprometterebbe il futuro del ddl) ma bisognerà rinviare la discussione a settembre. E’ questo il tentativo di mediazione messo in campo dal governo.

Una proposta già anticipata nei giorni scorsi dallo stesso Rizzetto e oggi arricchita di dettagli. Per il deputato di Fdi in Aula la maggioranza sarebbe già pronta ad “approvare una sospensiva alla proposta per approfondire ancora il dibattito”. In questo modo l’esame della pdl slitterebbe a dopo l’estate, così che il governo possa lavorare meglio alla sua controproposta. L’ipotesi avanzata dal deputato di Fdi non coglie di sorpresa le opposizioni. “Se il presidente Rizzetto ragiona sul fatto di non votarlo in commissione – dice il capogruppo Dem in Commissione Lavoro Arturo Scotto – significa che ha funzionato la strategia dell’opposizione: abbiamo evitato uno sfregio a milioni di persone”. Ma le opposizioni continuano a essere contrarie al rinvio, ritenuto una sorta di presa in giro: “Non mi convince che si vada in aula e poi si sospenda il lavoro sul salario minimo. Magari – continua Scotto – perché si perda nel porto delle nebbie delle divisioni della maggioranza. Per noi si può lavorare anche ad agosto. Non ci interessa alcun rinvio e non lo sosteniamo”.

Sulla stessa linea il leader del Movimento 5 stelle: “E’ un primo passo ma non basta”, commenta Giuseppe Conte. “Due giorni fa per il Governo Meloni il nostro salario minimo legale era una misura ‘assistenzialista’, ‘degna dell’Unione Sovietica’, ora leggiamo – continua il leader del M5s – che questa maggioranza sarebbe disposta a rimangiarsi la cancellazione della nostra proposta sul salario minimo. È un primo passo, ma non abbastanza, soprattutto se accompagnato dalla volontà dilatoria di questa maggioranza: 4 mln di lavoratori attendono con urgenza una misura di civiltà per dare dignità al lavoro. Il Governo non può pensare di prenderli in giro dicendo che devono ancora studiare e approfondire. Salario minimo legale subito!”, scrive su Twitter Giuseppe Conte. “Non c’è bisogno di votare alcuna sospensiva dell’esame della proposta di salario minimo, l’unica utilità sarebbe quella di mascherare la confusione della maggioranza e del governo”, aggiunge in una nota Riccardo Magi, segretario di +Europa.

Nel primo pomeriggio le forze di opposizione si erano riunite proprio in vista della seduta della commissione Lavoro della Camera. I capigruppo a Montecitorio e nella commissione di Pd, M5s, Azione e Alleanza Verdi-Sinistra (presenti anche Riccardo Magi di +Europa e Maria Cecilia Guerra del Pd) avevano confermato “la volontà di andare in Parlamento già il 27 luglio a discutere nel merito della proposta, così come stabilito dalla conferenza dei capigruppo”, chiedendo alla maggioranza di “ritirare l’emendamento soppressivo” del progetto di legge presentato dai partiti di opposizione (a eccezione, come noto, di Italia viva). Solo in questo modo sarebbe potuta iniziare un’interlocuzione.

Tutto era partito da un articolo di Repubblica che parlava di una Giorgia Meloni disposta ad “aprire al dialogo” sull’argomento. Una ricostruzione mai smentita dalla premier. Così da Fratelli d’Italia era arrivata – tramite Walter Rizzetto – la proposta alle opposizioni di un rinvio dell’esame della loro proposta a settembre insieme a “un ragionamento più ampio su salari e lavoro”. Per la sorte del pdl presentato dalle opposizioni, i prossimi giorni saranno decisivi. Martedì il primo round in commissione Lavoro della Camera, dove è all’esame l’emendamento soppressivo: se la maggioranza dovesse approvarlo, si andrebbe in aula giovedì (con un giorno di anticipo rispetto al previsto) con parere negativo della commissione e la partita sarebbe chiusa.

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