Il 19 luglio scorso aveva ammesso che le autorità di Minsk, col supporto della Croce rossa, avevano deportato verso la Bielorussia centinaia di bambini ucraini. E così oggi il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto con un tweet alla Corte penale internazionale “di emettere un mandato di arresto per Dzmitry Shautsou, che ha confessato pubblicamente il reato di deportazione illegale di bambini dalle aree occupate dell’Ucraina”. Shautsou è il capo della Croce Rossa bielorussa e ha ammesso che la Croce Rossa bielorussa “ha accettato, sta prendendo e prenderà parte attiva” al trasferimento dei bambini ucraini dai territori occupati “per il recupero”. Per Kuleba, “tutti i responsabili del furto di bambini ucraini devono essere chiamati a risponderne”. “Sono stato colpito al cuore dal fatto che la gente accusi la Bielorussia di rapire bambini” aveva detto Shevtsov nell’intervista: “Non posso permettere che sia danneggiata l’immagine di un intero Paese, della Croce Rosse bielorussa o dell’intero movimento mondiale della Croce Rossa, che è impegnato nella protezione dei valori umani, nel salvare vite e aiutare chi ha bisogno, a prescindere da chi sia. È questo ciò che facciamo”.

L’ufficio del procuratore generale ucraino intanto ha avviato un’indagine come annunciato su Twitter il procuratore generale Andriy Kostin, riporta Unian. “La partecipazione della Croce Rossa bielorussa alla deportazione forzata di bambini ucraini dai territori occupati dalla Federazione Russa alla Bielorussia è complicità nella commissione di un crimine internazionale. Questa organizzazione viola gravemente le norme delle Convenzioni di Ginevra, così come i principi fondanti del Movimento della Croce Rossa. … Abbiamo avviato un’indagine per garantire la responsabilità per ogni caso di trasferimento forzato e/o deportazione di bambini ucraini”, ha scritto Kostin. Il procuratore generale ha osservato che Kiev spera nella reazione del Comitato internazionale della Croce Rossa. Proprio il caso dei bambini ucraini è stato uno dei punti della missione di pace del cardinal Zuppi, inviato speciale del Papa.

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