Il 21 luglio è stato arrestato a Mosca Igor “Strelkov” Girkin, ex ufficiale dell’Fsb, uno dei più importanti partecipanti al conflitto in Donbass nel 2014 e leader dei cosiddetti “Patrioti arrabbiati“: un movimento nazional-patriottico di estrema destra che invita una guerra ancora più radicale. Inoltre, Strelkov è un popolare blogger pro-guerra con quasi 900mila lettori. È stato arrestato per appelli all’estremismo: nonostante sostenga la guerra in Ucraina, critica regolarmente e aspramente la leadership militare del Paese e personalmente Vladimir Putin. L’arresto di Strelkov ha provocato una forte reazione pubblica ed è stato addirittura definito “un punto di svolta nella storia politica di questa guerra”.

Questa è la prima volta dall’inizio della guerra che le autorità russe non arrestano un oppositore liberale, ma un importante attivista pro-guerra. Anche se di recente il Cremlino interferisce sempre più attivamente nell’agenda dei “patrioti” che prima non aveva praticamente limitato. Così, all’inizio di luglio, le forze di sicurezza hanno sabotato il discorso pubblico di Strelkov in una libreria a San Pietroburgo, e poco dopo hanno aperto un caso per “screditamento” dell’esercito contro il suo stretto alleato, il colonnello in pensione del GRU Vladimir Kvachkov. Kvachkov partecipava regolarmente negli stream di Strelkov dove criticavano la leadership politica e militare russa per il modo in cui la guerra viene condotta. Tale pressione sui leader di destra potrebbe indicare che al Cremlino hanno rivisto la regola non detta che consentiva ai Z-blogger di criticare le autorità. Ma Strelkov è stato comunque considerato intoccabile per molti anni, grazie al suo servizio nell’FSB e ai suoi “meriti” nel conflitto nell’Ucraina orientale nel 2014. Durante un’anno e mezzo di guerra, il principale patriota del Paese si permetteva di pronunciare molti più “falsi” e dichiarazioni che “screditavano l’esercito” rispetto agli oppositori liberali che hanno ricevuto anche 7-8 anni di carcere per questi delitti.

Tuttavia, dopo la fallita ribellione di Yevgeny Prigozhin, la situazione è cambiata. Come notano molti osservatori, il vecchio sistema ha smesso di funzionare. “Strelkov, ovviamente, ha superato da tempo tutte le possibili linee rosse e le forze di sicurezza (dall’FSB ai comandanti militari) non vedevano l’ora di arrestarlo”, scrive l’analista politico indipendente Tatyana Stanovaya. “Una delle conseguenze della ribellione di Prigozhin è che ora l’esercito ha più potere politico per sopprimere i suoi oppositori”. Inoltre, Strelkov – che nelle parole del politologo russo Stanislav Belkovsky “non è mai stato in grado di dimostrare la sua necessità al Cremlino” – stava davvero aumentando il grado di critica. I “turbopatrioti” sono rimasti estremamente delusi dalla mite reazione delle autorità e del presidente alla ribellione di Prigozhin e hanno iniziato a parlare in modo molto più aggressivo. Strelkov è passato a criticare personalmente Putin che in precedenza cercava di non toccare.

Questo è anche il motivo per cui i corrispondenti militari hanno reagito con freddezza alla notizia del suo arresto. “Mordere sfacciatamente la verticale politico-militare in un momento in cui si oppone all’intero Occidente collettivo non è una buona idea”, ha scritto uno dei Z-canali più famosi in Russia, Orda. In generale, la reazione dei lealisti a favore della guerra consiste nell’ammettere che Strelkov si è messo nei guai da solo perciò sarebbe pure strano se non fossero venuti per lui. Nonostante il fatto che nello spazio pubblico Strelkov fosse in violento conflitto anche con Prigozhin e che la denuncia per cui è stato arrestato sia stata scritta da un membro del Wagner, gli esperti suggeriscono di non considerare l’arresto di Strelkov esclusivamente come un regolamento di conti personali.

È più una risposta a una lunga ed estenuante critica da destra che non può più essere accettata. “Dopo la ribellione di Prigozhin, Putin ha perso terreno, quindi ha bisogno di azioni che gli permettano di sembrare forte”, afferma il politologo e stratega politico Abbas Gallyamov in onda sul canale russo d’opposizione Dozhd. Gallyamov ritiene che, per dimostrare forza, Putin stia adottando misure strategicamente svantaggiose. Pressare i patrioti su cui il governo russo si basa per molti aspetti, alla vigilia delle elezioni del 2024, significa spingerli all’opposizione con le proprie mani.

Anche il tecnologo politico russo Konstantin Kalachev ricorda le prossime elezioni presidenziali, ma considera la pressione su Strelkov una parte della campagna elettorale: “Ora di Putin si può parlare bene o niente!” Nel frattempo politologo e ricercatore senior all’University College di Londra Vladimir Pastukhov pone la domanda: “Va bene, adesso schiacceranno Strelkov come un insetto. Ma cosa fare con i pensieri che ha trasmesso? C’è solo una ragione per questo arresto: le idee di Strelkov stanno diventando troppo popolari tra i sostenitori del regime, specialmente nell’ambiente dell’esercito e della polizia”.

Il blogger d’opposizione StalinGulag ritiene che ora il problema principale non sia il motivo per cui Strelkov è stato arrestato. La grande domanda ora è “chi è il prossimo?”. A considerarsi il prossimo è un altro “patriota arrabbiato”, un alleato di Strelkov e l’ex deputato della Duma Viktor Alksnis. Definisce quello che è successo “un tentativo di mettere a tacere l’opposizione patriottica” in modo che nessuno osi contestare “che la vittoria è dietro l’angolo”. Allo stesso tempo, l’ex deputato ammette apertamente che in Russia non ci sono modi legali per proteggere Strelkov: “Non si può contare su indagini o tribunali obiettivi”. Questa è l’amara ironia della politica russa: mangiati tutti i “maledetti liberali”, la macchina della repressione si è rivolta verso i lealisti che sostengono la guerra ma credono che il Cremlino la stia facendo male.

In questi giorni, si trovano, come un tempo gli oppositori liberali, di fronte alla detenzione del loro leader per motivi inverosimili con la minaccia di una lunga pena (Strelkov rischia fino a cinque anni di carcere), alle detenzioni illegali di manifestanti e di coloro che sono venuti a sostenere l’imputato. Davanti al tribunale sono state arrestate diverse persone, tra cui uno dei leader dei “separatisti” del Donbass e alleato di Strelkov, Pavel Gubarev. Ora anche lui viene indagato per l’estremismo.

Il Club dei Patrioti Arrabbiati ha già lanciato una campagna pubblica in difesa del prigioniero politico Strelkov e un hashtag #freestrelkov, dolorosamente familiare a tutti i sostenitori di Alexei Navalny. “Igor Ivanovich [Strelkov] ha criticato apertamente e ragionevolmente le azioni dei funzionari governativi, e la libertà di parola fornita dallo stato testimoniava che la leadership del paese è conforme alla Costituzione. Oggi la fiducia in questo è minata: vediamo che nel nostro Paese sono in corso processi che testimoniano l’allontanamento dei rappresentanti del potere dai valori fondamentali “, scrivono con rancore i soci di Strelkov, definendo come “il cinismo fuori scala” la repressione selettiva del sistema che “rilascia i criminali e mette in prigione i patrioti”. “Avete mica fatto confusione?”, si arrabbiano loro.

L’opposizione liberale non può fare a meno di gongolare vedendo una tale illuminazione nelle file dei sostenitori della guerra. “Le repressioni contro i ‘patrioti’ cambieranno l’atteggiamento di questo pubblico nei confronti di Putin”, scrive Gallyamov. “Ehi, diranno, si vede che l’opposizione aveva ragione. Putin si è rivelato davvero un tiranno e un dittatore. Non pensa tanto alla Patria quanto si preoccupa del suo trono. Dichiara una persona un ‘estremista’ per aver detto la verità”. In effetti, sotto la notizia dell’arresto di Strelkov su Telegram, si possono vedere sempre più commenti come questo: “Ad essere onesti, questa è una brutta notizia. A quanto pare, la Russia potrebbe diventare una dittatura”.

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