L’effetto che la combinazione fra emergenza caldo, carenza di personale e lunghe attese nei pronti soccorsi sta avendo sulle strutture ospedaliere, si ripercuote anche in maniera grave sull’incolumità degli operatori sanitari. Solo nelle ultime 24 ore infatti si sono registrate due aggressioni nei confronti di medici e infermieri, un fenomeno che negli ultimi mesi si sta presentando con frequenza.

Campobasso – È il caso ad esempio di un medico del Pronto soccorso all’ospedale Cardarelli di Campobasso che, intorno alla mezzanotte fra il 17 e il 18 luglio, stava seguendo tre situazioni piuttosto gravi quando una donna, entrata nel reparto senza autorizzazione, ha chiesto, con una diagnosi autonoma, una Tac alla gamba per una presunta infezione da tatuaggio. Il medico ha quindi invitato la paziente ad uscire e a rispettare le regole del triage e i tempi d’attesa previsti, ricevendo però dalla stessa i primi di una lunga serie di insulti pesanti. Successivamente la donna si è ripresentata in compagnia di un uomo, e insieme hanno nuovamente interrotto il lavoro del medico bloccandolo nella sua stanza, offendendolo e minacciandolo con ritorsioni sulla sua famiglia qualora non avesse prescritto immediatamente la Tac. Dopo il diniego del professionista, l’aggressione si è fatta ulteriormente violenta e per il medico non è stato possibile uscire dalla stanza dove stava operando. A questo punto, dopo il richiamo della loro attenzione, il personale di turno ha allertato la polizia, ma la situazione è degenerata con l’arrivo di un altro uomo che si è unito alle minacce nei confronti del medico. La vittima dell’aggressione ha riferito che, dopo essere stato apostrofato con epiteti volgari, gli aggressori hanno detto che “si sarebbero informati su dove abitavo per prendermi ed ammazzarmi e fare del male a mia moglie e ai miei figli”, precisando che “nel fare queste affermazioni erano incitati dalla donna che continuava ad offendermi con le stesse parole”. I sanitari accorsi sono riusciti a bloccare l’aggressione e ad allontanare gli uomini prima dell’arrivo della polizia, che ha preso in carico l’indagine sulla questione.

Martina Franca – In provincia di Taranto invece, un infermiere in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Martina Franca, è stato aggredito da una persona in attesa che gli ha lanciato contro una bottiglia piena d’acqua, colpendolo al volto e provocandogli una forte contusione. L’episodio ha portato il presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Taranto, Pierpaolo Volpe, ad esprimere “la solidarietà di tutta la comunità professionale al collega aggredito durante il proprio turno di lavoro”, precisando che “le azioni violente nei confronti del personale sanitario sono diventate ormai una costante, aggravate dall’emergenza caldo e soprattutto dalla carenza di personale che incide sui tempi di attesa nei pronto soccorso”. Volpe ha infine ribadito la necessità di ” mettere in campo misure di sicurezza a tutela del personale”. Per il presidente delle Rsu dell’Asl di Taranto, Gianfranco Infesta, “occorrono investimenti, nuove assunzioni di medici infermieri e operatori socio sanitari, oltre ad una campagna di sensibilizzazione”. “La rabbia della gente, che attende ore in sala di attesa per una visita, non giustifica questi atti criminali” ha concluso.

Corigliano Rossano – In provincia di Cosenza un uomo, che aveva già dato in escandescenze cercando di aggredire alcune persone nei minuti precedenti all’ingresso nell’ospedale di Corigliano Rossano, ha aggredito una dottoressa e quattro infermieri intervenuti per bloccarlo mentre, con un estintore in mano, tentava di distruggere parte dell’astanteria e della sala triage del Pronto soccorso. Nel corso del raptus, alcuni infermieri sono rimasti lievemente feriti due computer in uso al personale medico presso la struttura sono stati distrutti. La direzione sanitaria del presidio sanitario ha sporto formale denuncia al Nucleo territoriale dei carabinieri su quanto avvenuto.

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