Nuovi format abitativi da includere nel cappello dell’edilizia residenziale sociale (ERS) e più sconti sugli oneri di urbanizzazione per edilizia nuova e progetti di recupero di immobili esistenti. A richiederlo è il Consorzio Cooperative Lavoratori alla luce dell’avvio del processo di modifiche al Piano di governo del territorio di Milano. “A partire dal terzo trimestre del 2021, a Milano si è assistito ad un progressivo rallentamento della produzione di Edilizia Residenziale Sociale (ERS) causato da una crescita esponenziale dei fattori di costo, rendendo tale attività insostenibile in assenza di ulteriori fattori compensativi”, ha detto il direttore generale del Consorzio, Claudio Palmerini, nel corso di un incontro sul tema che si è tenuto venerdì 21 luglio a Milano. “L’impatto strutturale dell’aumento dei prezzi sull’ERS ha reso opportuno avanzare proposte formali per una riforma organica del sistema che ne possa promuovere il rilancio in un’ottica di sostenibilità che guardi al medio-lungo periodo”, ha aggiunto.

E le proposte sono appunto prevedere nuovi format abitativi non ancora riconducibili alla disciplina ed esenzioni ammesse per l’edilizia residenziale sociale, per favorire un’offerta abitativa a costi più accessibili (come il co-housing, co-residenza, co-living etc); ammettere lo scomputo dagli oneri di urbanizzazione, in via prioritaria rispetto all’esecuzione delle opere di urbanizzazione, dei costi di bonifica dei siti interessati da interventi prevalentemente destinati a ERS. Inoltre secondo il Consorzio per promuovere gli interventi di recupero degli immobili dismessi e di aree da bonificare, i relativi costi di bonifica, di demolizione e smaltimento dovrebbero essere riconosciuti nei costi di costruzione al fine della determinazione dei valori finali di uscita.

Il punto è che, secondo il Consorzio, la sostenibilità richiesta dallo stesso Piano di governo deve necessariamente contenere misure diversificate e compensative per l’ERS. “Attualmente, le maggiori dotazioni previste in tema di sostenibilità urbana impattano in maniera significativa sull’equilibrio economico-finanziario degli interventi ERS”. E così le richieste prevedono anche una modifica delle quote di edilizia Convenzionata, con diversificazione per i diversi utenti e aree della città.

“Il Consorzio Cooperative Lavoratori nasce dall’intenzione di costruire abitazioni per i lavoratori di Milano, a Milano. Il timore è che il costo attuale della casa possa giocare a sfavore della città stessa, allontanando talenti ed eccellenze che rendono Milano la città attrattiva che è sempre stata. L’attenzione deve essere focalizzata sull’interesse generale; la proposta che avanziamo, rivolgendoci alle Amministrazioni, è quella di avere coraggio e di accettare norme in maniera flessibile”, ha detto il presidente del Consorzio, Alessandro Maggioni.

“Noi siamo in fase di revisione del Piano di Governo del Territorio, e uno dei motivi che ci ha spinti in questa direzione è proprio l’obiettivo di incrementare la possibilità dell’abitare a prezzi equi, regolando e aumentando la disponibilità di alloggi in edilizia sociale soprattutto per soddisfare la domanda di giovani, studenti, nuove famiglie, anziani in difficoltà – ha commentato l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – Tra i temi che stiamo trattando, quindi, c’è quello della diminuzione della soglia che rendono obbligatoria la realizzazione dell’ERS, oggi fissata a 10mila mq, come quello della definizione di nuovi sistemi di agevolazione per offerte di edilizia in affitto a prezzi calmierati e per il rilancio dell’edilizia convenzionata. Al termine del lavoro di analisi e dello studio di fattibilità delle proposte che abbiamo avviato, avremo un PGT ancora più orientato all’housing sociale e maggiormente in grado di rispondere alla questione abitativa, senza dubbio tra i temi centrali della Milano di oggi”.

Secondo l’Osservatorio Casa Affordable Milano Metropolitana più del 50% della popolazione milanese necessita di alloggi accessibili. Il reddito medio, ha sottolineato Palmerini, è di 33.935 euro, con il 60% delle dichiarazioni dei redditi che evidenziano un’Irpef inferiore ai 25mila euro.

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