Sono ancora molti i punti oscuri attorno alla morte di Andrea Purgatori, deceduto lo scorso 19 luglio dopo “una breve fulminante malattia”. Venerdì 21 luglio la procura di Roma, dopo la denuncia dei familiari del giornalista per le “cure sbagliate”, ha iscritto nel registro degli indagati due persone per omicidio colposo. Come rivela Domani, si tratta dei due medici che hanno effettuato la prima diagnosi di tumore in stadio avanzato, con metastasi anche al cervello, da curare con una radioterapia ad alto dosaggio, cioè il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia della Casa di Cura Pio XI di Roma, e il dottor Claudio Di Biasi, un membro della sua équipe. Entrambi sono citati nella denuncia presentata dalla famiglia di Purgatori, assistita dagli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, e la loro iscrizione è quindi un atto dovuto.

L’avvocato di Gualdi, contattato da Domani, non ha rilasciato dichiarazioni, spiegando di non aver avuto ancora conferme dell’iscrizione nel registro degli indagati. Il professore è considerato un luminare della radiologia nella Capitale: già direttore dell’unità di Radiologia d’Urgenza dell’Umberto I di Roma e professore ordinario-straordinario della Sapienza, dal 1981 è anche consulente radiologo per gli esami di Tc, Rmn e Pet del Vaticano oltre ad essere stato, nel corso della sua attività professionale, responsabile dei servizi Tc e Rmn convenzionati con quasi tutti gli ospedali di Roma, dallo Spallanzani, al Gemelli al Fatebenefratelli. Anche Di Biasi, come Gualdi, ha un lungo curriculum pubblicato sul sito della Casa di Cura, dove si legge che dal 1991 presta servizio, come assistente radiologo, presso il Policlinico Umberto I, oltre ad essere responsabile della unità operativa “diagnostica per Immagini di emergenza ed urgenza” nell’Azienda Universitaria Policlinico Umberto I.

Spetterà all’autopsia chiarire cosa è accaduto all’ex giornalista del Corriere della Sera e autore di Atlantide, su La7. Secondo Domani, sabato la procura dovrebbe conferire l’incarico per l’autopsia che dovrebbe essere affidata ad esperti esterni all’entourage romano.

I dubbi della famiglia sembrerebbero concentrati, appunto, sulla prima diagnosi, quella effettuata da Gualdi e dalla sua équipe dopo la quale per Purgatori sarebbe cominciato un vero e proprio calvario. Il giornalista, secondo la ricostruzione del quotidiano romano, ha infatti iniziato un tour di diverse cliniche private, approdando anche a un centro di alta specializzazione interno all’ospedale Fatebenfratelli e collegato con l’Università di Pittsburgh, l’Upmc Hillman Cancer Center San Pietro che avrebbe confermato, secondo quanto riferito dalla famiglia, la diagnosi di Gualdi, quella di tumore metastatico da curare con radioterapia. Una cura che, a detta di Gualdi e Di Biasi, sempre secondo la denuncia della famiglia, sembrava procedere bene, fino al punto che il sei giugno “le metastasi erano molto diminuite”.

Le condizioni però peggiorano e così Purgatori e la famiglia cercano altri pareri medici. Da qui la nuova scoperta che i legali della famiglia di purgatori annotano nella denuncia: le metastasi, secondo un altro dottore, il professor Alessandro Bozzao, ordinario di neuroradiologia alla Sapienza, “non ci sono mai state”. Una lettura delle immagini che un primario dell’Humanitas di Rozzano avrebbe confermato ai familiari dopo aver ricevuto la cartella clinica il giorno prima della morte del giornalista. Da qui la decisione dei familiari di far luce sulla vicenda.

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