L’Unione europea esulta per la liberazione di Patrick Zaki, il ricercatore a cui Al-Sisi ha concesso la grazia, e parla di un gesto che rappresenta uno “sviluppo positivo” per le relazioni con l’Egitto. Mentre i rettori delle università italiane auspicano “risultati analoghi” nel dialogo con il Paese nordafricano nelle indagini sulla morte di Giulio Regeni.

“Accogliamo con favore la notizia della grazia presidenziale concessa” a Zaki, annuncia Bruxelles ricordando che la medesima decisione è stata presa riguardo all’avvocato per i diritti umani Mohamed El-Baqer. L’Unione europea si è impegnata “a fondo in entrambi i casi da quando Zaki ed El-Baqer sono stati arrestati” e la loro grazia “rappresenta quindi uno sviluppo positivo per le relazioni Ue-Egitto”, aggiunge una portavoce assicurando che l’Europa “continuerà a collaborare con l’Egitto per promuovere il buon governo e i diritti umani, anche attraverso la nostra cooperazione bilaterale”.

Di altro tenore la posizione dell’Assemblea dei rettori che festeggia la liberazione di Zaki ma ricorda anche come sono auspicabili “risultati analoghi per altri due casi che li preoccupano”. In primis, quello dell’omicidio di Giulio Regeni, “ancora in attesa di una risposta chiarificatrice”, e poi la detenzione del ricercatore dell’Università del Piemonte Orientale, Ahmadreza Djalali, “trattenuto nel braccio della morte in Iran e accusato di spionaggio nonostante l’assenza di prove”.

La libertà di espressione, ricorda il presidente del Crui Salvatore Cuzzocrea, è “un diritto fondamentale che l’università non solo insegna ma costruisce un mattone alla volta nella pratica quotidiana del pensiero critico”. La libertà di Zaki è “in questo senso una vittoria di tutto quel movimento, pacifico e determinato, che per anni non ha mai smesso di lottare e sperare”.

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