Ad un giorno dall’iniziativa sull‘emergenza abitativa tenutasi nella sede nazionale di Roma della Cgil, un centinaio di manifestanti del Movimento per l’abitare hanno cercato di occupare la sala del Consiglio della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo, esponendo uno striscione con la scritta “Recuperare Casa #Oralecase”. Gli agenti della polizia sono intervenuti per sedare le agitazioni, facendo irruzione nella sede della Regione e portando via gli occupanti, uno dei quali è rimasto ferito alla testa.

“Spazio di dialogo con i violenti zero. E non è che vale quando occupano la sede della Cgil, e vale meno quando occupano la sede di un’istituzione repubblicana come la Regione Lazio”, ha commentato il presidente di Regione Francesco Rocca, paragonando il tentativo di occupazione all’assalto del 9 ottobre 2021 di esponenti di estrema destra e del movimento No Vax alla sede della Cgil. Dura la replica del sindacato: “Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha equiparato l’azione all’assalto fascista contro la sede della Cgil nazionale del 9 ottobre 2021. Un paragone forzato, strumentale e pericoloso. Le istituzioni, in questa fase di forte sofferenza sociale, si adoperino nel dare risposte ai bisogni delle persone, anziché confondere il legittimo diritto alla protesta per un diritto fondamentale, come quello all’abitare, con l’attacco fascista e squadrista contro la nostra sede, su cui sono aperti procedimenti giudiziari finalizzati a chiarire le responsabilità”.

Per la Cgil è “necessario” che le istituzioni “s’impegnino sempre nel costruire dei percorsi condivisi e nel tenere aperto il dialogo, soprattutto davanti alle proteste, per disinnescare le tensioni e risolvere i problemi”, si legge nella nota della segreteria della Cgil di Roma e del Lazio. L’azione di protesta arriva a meno di un mese dal caso dello scorso 19 giugno, quando lo stesso movimento abitativo aveva occupato per alcune ore l’ex edificio pubblico Sibilla Aleramo in via Tiburtina, insieme a famiglie e studenti, che avevano piantato sul tetto dell’edificio alcune tende, simbolo della protesta universitaria contro il caro-affitti, chiedendo soluzioni per una precarietà abitativa strutturale.

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