“Come ogni anno, sarò anche questa volta a Palermo per rendere omaggio alla loro memoria e rinnovare il mio impegno personale, e quello di tutto il governo, contro le mafie”. È quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lettera al Corriere della Sera, nel giorno del 31° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina. “In questi giorni è stato detto un po’ di tutto sulla mia presenza a Palermo”, aggiunge la premier che non parteciperà alla tradizionale fiaccolata, “c’è chi ha addirittura scritto che avrei disertato le commemorazioni perché ‘in crisi con il mito Borsellino’. È, ovviamente, falso. Così come è stucchevole il tentativo di alcuni di strumentalizzare la mia impossibilità data da altri impegni concomitanti di partecipare anche alla tradizionale fiaccolata di Palermo, organizzata da ‘Comunità ’92’ e ‘Forum XIX Lugli0’ e diventata nel tempo manifestazione apprezzata e partecipata. E alla quale ho sempre orgogliosamente preso parte”. Nei giorni scorsi il fronte della lotta alla mafia è stato caldissimo per l’insistente volontà del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di smantellare il reato di concorso esterno. Una volontà che ha riscontrato il solo plauso di Forza Italia, lasciando gelida la stessa premier con cui il Guardasigilli ha avuto un incontro chiarificatore in cui Meloni ha spiegato che le priorità della giustizia sono altre.

Ed è in questo clima che la leader di Fratelli d’Italia si è trovata a preoccuparsi di cosa sarebbe potuto succedere a Palermo. Ma Meloni smentisce i timori di contestazioni ribadendo il suo impegno anche personale contro la mafia. “Ricordo, come se fosse ieri, il profondo e viscerale rifiuto della mafia che, da ragazza, provai di fronte alle immagini della strage di via D’Amelio. Da quel rifiuto nacque il lungo, convinto, impegno politico che mi ha portato fin qui, da semplice militante di un movimento giovanile alla presidenza del Consiglio dei ministri – prosegue la presidente del Consiglio – Per questo, non posso che essere profondamente orgogliosa del fatto che il governo che oggi presiedo abbia avuto, dal suo primo giorno, la determinazione e il coraggio necessario ad affrontare il cancro mafioso a testa alta”. “Sono i fatti a dimostrarlo”, continua la premier, “c’è ancora molto da fare, ma il nostro impegno non si esaurirà mai. Semplicemente perché la lotta alla mafia è parte di noi, è un pezzo fondante della nostra identità, è la questione morale che orienta la nostra azione quotidiana. Lo dobbiamo a Paolo Borsellino, ed a tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la giustizia e hanno reso onore all’Italia”.

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