Secondo i dati diffusi dall’Acea, l’associazione continentale dei costruttori, il mercato europeo occidentale dell’auto (Ue + Regno Unito + paesi Efta) a giugno è cresciuto del 18,7% (1,27 milioni di auto), mentre nei primi sei mesi dell’anno il trend positivo si attesta al +17,6%, con 6.588.937 immatricolazioni. Si tratta dell’undicesimo mese consecutivo di crescita, ottenuta anche grazie all’attenuarsi della lunga carenza di componenti critici come i semiconduttori.

Facendo riferimento al solo mercato UE, i numeri sono simili: +17,8% a giugno e +17,9% nel primo semestre 2023. Questo in virtù delle buone performance dei principali mercati continentali nella prima metà dell’anno: Spagna (+24.0%), Italia (+22.8%), Francia (+15.3%) e Germania (+12.8%).

Per quanto riguarda le alimentazioni, a giugno la benzina è rimasta saldamente al primo posto nelle preferenze dei consumatori con il 36,3% mentre le ibride sono al 24,3%. La grossa novità viene dalle auto elettriche, che con una crescita mensile del 55% che ha significato una quota di mercato pari al 15,1% hanno per la prima volta superato quelle con motori diesel, in calo del 10%. Simbolo di tale exploit è un modello come la Tesla Model Y (nella foto), auto più venduta in Europa sia a giugno che nell’intero semestre.

Si può dunque parlare di consolidamento della ripresa? In realtà, nonostante i numeri sembrino accreditare questa tesi, come sottolinea il Centro Studi Promotor il mercato continentale “resta su livelli molto lontani da quelli che hanno preceduto la crisi innescata dalla pandemia. Nel semestre rispetto allo stesso periodo del 2019 il calo è del 21,8%, nonostante l’economia dell’area abbia recuperato la forte caduta generata dalla pandemia”.

E poi c’è la questione ordini, come spiega Gian Primo Quagliano, presidente del CSP: ” I concessionari segnalano che la ripresa iniziata nell’agosto 2022 è sostenuta dagli ordini accumulatisi per le difficoltà di fornitura delle case, ma l’afflusso di nuovi ordini langue. Gli automobilisti che hanno necessità di cambiare l’auto (milioni nell’area) non sono intenzionati o non hanno la possibilità economica di acquistare un’auto elettrica, se pensano di acquistare un’ibrida o a benzina o diesel si chiedono quanto varrà quando dovranno sostituirla perché il procedere della transizione all’elettrico comporta una accelerata perdita di valore delle auto in circolazione”.

E c’è anche chi, come il direttore generale dell’Unrae (associazione che raccoglie i costruttori stranieri operanti in Italia) Andrea Cardinali, sottolinea l’arretratezza dell’Italia sull’elettrico: “il nostro mercato resta ancora all’ultimo posto nella diffusione di auto “con la spina” (ECV), anche se la quota continua lentamente a salire e tocca il 9,8%, con le BEV (100% elettriche, ndr) al 4,4% e le PHEV (ibride plug-in, ndr) al 5,4%. Ma è evidente il divario con gli altri Paesi: in Germania le BEV sono al 18,9% e le PHEV al 5,7% (in calo da gennaio dopo l’esclusione dagli incentivi), in Francia BEV a 17,5% e PHEV a 9,4%, nel Regno Unito BEV a 17,9% e PHEV a 7,2%, in Spagna BEV 5,4% e PHEV a 6,4%”.

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