C’è una svolta nelle indagini sull’omicidio di Thomas Bricca, il 19enne ucciso da uno dei colpi di pistola esplosi contro il gruppo nel quale si trovava la sera del 30 gennaio scorso nella zona Girone di Alatri. Nessun riscontro era stato trovato sui telefoni degli indagati né dei loro amici ma nelle ore scorse sono emersi nuovi importanti elementi dal cellulare della vittima. A sparare due colpi contro Thomas erano state due persone in sella ad uno scooter che poi si erano dileguate facendo perdere le loro tracce. I carabinieri avevano concentrato l’attenzione su Roberto Toson di 47 anni ed il figlio Mattia Toson di 22. La sera precedente all’omicidio, nel centro storico di Alatri c’era stata una lite al culmine della quale Francesco Dell’Uomo (zio acquisito di Mattia) era stato picchiato e appeso nel vuoto ad una balaustra. A farlo era stato un gruppo rivale del quale faceva parte un ragazzo di origini marocchine Omar Haudy entrato in contrasto con i Toson. La sera del delitto, Thomas era nel gruppo di amici nel quale c’era anche Omar ed entrambi indossavano un giubbino di colore chiaro. Da subito le indagini avevano ipotizzato che si fosse trattato di una spedizione punitiva dei Toson per l’aggressione a Dell’Uomo.

“Fu uno scambio di persona” – Fu quindi uno scambio di persona. I due indagati non volevano uccidere lui ma il suo amico come ha spiegato questa mattina il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero. A sparare sarebbe stato il figlio mentre il padre guidava lo scooter T-Max. “Il movente dell’omicidio” di Thomas Bricca “viene individuato in due risse violentissime avvenute il 28 e il 29 gennaio in centro ad Alatri. La prima rissa che ha protagonista Toson (Mattia, ndr) e Omar Hauodi. Il giorno successivo Bruno Spada, vicino ai Toson, cerca di mettere pace e di placare i due gruppi ma non riesce. Il gruppo contrapposto reagisce e lancia giù un parente dei Toson che rimane ferito. Secondo l’ordinanza, il gruppo dei Toson non potevano tollerare che questa condotta rimanesse impunita e decidono di operare una ‘condotta’ che fosse di avvertimento. Il 30 gennaio il gruppo sa che Omar Hauodi arriva in piazzetta e pensa che abbia un giubnotto bianco, lo stesso che invece indossa Thomas Bricca. Due persone arrivano con un casco integrale e una motocicletta e esplodono almeno due colpi a distanza di 19 metri. I killer quindi pensavano di colpire Omar Hauodi. Il colpo, secondo la ricostruzione, viene esploso dal figlio. L’arma e la motocicletta non sono state ancora rinvenute”, ha spiegato il procuratore. Ai due indagati sono state contestate le circostanze aggravanti di aver agito per futili motivi e con premeditazione.

“Thomas non partecipò alle risse” – Bricca non aveva partecipato alle risse dei giorni precedenti e che, secondo gli inquirenti, hanno innescato la spedizione punitiva nella quale è stato ucciso. L’arma del delitto non è stata ancora individuata e nemmeno lo scooterone T-Max usato per raggiungere il luogo dell’omicidio e poi per scappare, per questo – ha detto il magistrato – le indagini dei carabinieri di Frosinone vanno avanti

Per le indagini sentite 80 persone – “L’enorme impegno profuso emerge anche dal numero delle persone sentite come informate sui fatti, pari ad oltre 80 persone, alcune anche ripetutamente. Così come numerosi sono stati i sopralluoghi e le perquisizioni, espletati anche mediante l’utilizzo di droni di ultima generazione – si legge in una nota – È significativo che l’informativa dei carabinieri è di oltre 900 pagine e che la richiesta di misura custodiale e l’ordinanza del gip siano di trecento pagine. Sono state utilizzate le più recenti ed avanzate tecnologie investigative, associate ai tradizionali metodi di indagine. È stato impiegato il Ris Carabinieri di Roma per quel che attiene la ricostruzione tridimensionale della scena del crimine gli accertamenti scientifici di natura balistica finalizzati a ricostruire le traiettorie dei colpi e si rinveniva uno dei proiettili esplosi contro la vittima”.

Il padre della vittima: “Ora comincia la battaglia, ci cose da chiarire” – “Sono felicissimo, ma mancano ancora importanti tasselli. Ora comincia la grande battaglia dei processi” dice Paolo Bricca, il papà del 19enne commentando con l’Ansa gli arresti. “Non abbiamo ancora vinto niente – sottolinea il papà di Thomas -, speriamo che ora riescano a farli parlare”. Secondo Paolo Bricca “restano ancora tanti tasselli” da chiarire. “Mancano lo scooter e la pistola e chi li ha forniti ai criminali – aggiunge -. Io avevo perso le speranze, soprattutto davanti alla strafottenza di quelle persone che addirittura salivano in paese a provocare”. “A Ferragosto gli porterò caviale e champagne in carcere, così avranno l’abbronzatura a quadretti. Ma io non li odio, li perdono. Io li ho perdonati da tempo, io sono un grande cattolico. Devi perdonare per vivere bene. Nessuno tanto potrà ridarmi mio figlio, il dolore rimane e purtroppo ci devo convivere – ha detto LaPresse Paolo Bricca – Io Mattia lo conoscevo bene, l’ho preso con un figlio e ha lavorato con me in officina e proprio lui ha ucciso mio figlio“.

“Dopo tutti questi mesi non posso dire di essere soddisfatto al 100%, ora comincia la vera battaglia. Mi aspetto di tutto. Mi aspettavo arrestassero più persone. Manca chi ha prestato lo scooter, chi gli ha dato lo pistola, chi li ha coperti, quello che ha dato l’ok per uccidere mio figlio. Mi avevano detto che non c’erano prove, ultimamente avevo perso fiducia. Ho il dolore di mio figlio che ho perso e chi lo ha ucciso ti sfotte dentro al bar. È un dolore grandissimo. In tutti questi mesi facevano finta di niente, se gli dicevi qualcosa ti aggredivano anche. In questi mesi la mamma di Mattia Toson mi telefonava e mi diceva che non era possibile, io sono sempre stato convinto che sia stato lui. Mattia piangeva stamattina mentre tornava a casa quando l’hanno arrestato, prima hanno ucciso mio figlio e ora piangono”, ha aggiunto. “Mi hanno levato una parte del cuore”.

“Ci sono elementi indiziari che valuteremo con attenzione. Voglio capire quali sono gli elementi che hanno portato a individuare uno dei miei assistiti come conducente e l’altro come esecutore del delitto – ha detto a LaPresse Angelo Testa, avvocato di Roberto e Mattia Toson – La situazione al vaglio, la sto esaminando per capire la fondatezza dell’ordinanza per capire la valutazione del riesame”. Le analisi sui cellulari degli arrestati non avevano restituito elementi utili alle indagini, spiega l’avvocato ma “gli accertamenti tecnici danno delle discrasie e delle contraddizioni, che non credo siano decisivi dal punto di vista dell’ordinanza”. Stamattina Testa ha visto i suoi assistiti prima “che li portassero in carcere, sono storditi dalla situazione che gli si prospetta. Ci saranno sicuramente tempi non trascurabili”.

Il comune di Alatri si costituirà parte civile – Il comune di Alatri si costituirà parte civile come ha annunciato il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca a margine della conferenza stampa tenuta questa mattina nel Palazzo di Giustizia di Frosinone. “Mai come oggi mi sento di rappresentare una comunità che attendeva Giustizia e che ora ha avuto un chiaro segnale di presenza dello Stato”, ha detto il sindaco. In città c’erano state varie iniziative con le quali sollecitare gli inquirenti, tra cui marce e fiaccolate. “La complessità delle indagini – ha spiegato a questo proposito il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero – ha dilatato i tempi. In particolare quelle legate alle memorie contenute nei telefoni. Il loro contenuto non è stato decisivo ma è stato importante per mettere tutto in relazione”.

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