Si trova all’interno del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Chioggia per mancanza di una accoglienza alternativa, compatibile con la sua età: a 13 anni, infatti, è ricoverato da un mese in un reparto psichiatrico per adulti. Il caso, che contrasta con le prescrizioni sanitarie riguardanti l’assistenza ai minori, è stato segnalato dal Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana, che combatte i disservizi ospedalieri e la privatizzazione dell’assistenza. E sta suscitando clamore in Veneto.

“La Regione deve intervenire e garantire l’attivazione di posti per giovanissimi, come da schede ospedaliere” dichiara la consigliera regionale dem Anna Maria Bigon, vicepresidente della Commissione Sanità, assieme ai colleghi Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Francesca Zottis, Chiara Luisetto e Andrea Zanoni. Secondo gli esponenti di minoranza in Regione, la situazione si verifica a Chioggia, ma riguarda tutto il Veneto. “Non si possono ricoverare ragazzini in strutture psichiatriche per adulti. Da tempo lo diciamo e abbiamo ripetutamente presentato mozioni ed interrogazioni. La Regione applichi le schede sanitarie del 2019, con l’attivazione completa dei posti di Neuropsichiatria infantile. Chiediamo inoltre che i reparti si dotino di uno spazio dedicato ai ragazzi per le urgenze-emergenze, oltre ad uno spazio esterno. Così come sono, tante realtà sembrano essere delle vere e proprie carceri. Siamo a livelli di inciviltà inconcepibili”.

“Lo avevamo detto in tempi non sospetti: bisognava intervenire in ordine alla situazione drammatica dei servizi che l’Ulss 3 Serenissima offre alle persone con disturbi dello spettro autistico, specie in giovane età” aggiunge Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale. “Questa è solo la punta di un iceberg. Dopo l’aprile 2022 l’Ulss 3 non ha provveduto a reintegrare uno specialista in neuropsichiatria infantile, a seguito della scelta del precedente di trasferirsi al Distretto di Padova. Ora risulta essere impiegato solo un medico part time proveniente da Dolo, peraltro non specializzato in disturbi dello spettro autistico”.

Nel 2019 la Regione aveva affermato l’intenzione di istituire un reparto di Neuropsichiatria infantile in ogni Ulss. “Intanto si cominci a fare in modo che nessun minorenne venga più ricoverato assieme agli adulti e che sia possibile ottenere assistenza sociale ininterrotta, di giorno e di notte. – continua Baldina – Ma soprattutto occorre agire attraverso la doppia leva della prevenzione e del bilancio. Sta diventando sempre più elevato il numero di adolescenti che presentano disagi mentali, effetti delle dipendenze e manifestazioni antisociali. La Giunta regionale dovrà stanziare maggiori risorse specifiche in questo ambito, ulteriori e aggiuntive rispetto all’aumento del Fondo Sociale. Magari ripensando anche lo strumento dell’addizionale IRPEF, finalizzato alle politiche sociali, per redistribuire le risorse nel segno dell’equità”.

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